Ecco cosa c'è davvero dietro gli errori di Szczesny

Il portiere bianconero è sul banco degli imputati dopo un avvio di stagione disastroso. La leggenda polacca Tomaszewski: "Dovrebbe lasciare Torino"

Ecco cosa c'è davvero dietro gli errori di Szczesny

L'inizio di stagione deludente della Juventus ha tra le diverse chiavi di letture la crisi del portiere Wojciech Szczesny, protagonista di un disastroso avvio di campionato e finito nel mirino dei tifosi bianconeri.

La respinta corta sul tiro di Insigne poi ribadita in rete da Politano nella sconfitta col Napoli, insieme agli svarioni che hanno portato alla rimonta dell'Udinese nella prima giornata, certificano una crisi iniziata già nella passata stagione. In fondo le prime avvisaglie si erano avute in Champions nel doppio confronto con il Porto, con gli errori decisivi che erano costati la qualificazione ai quarti. Da quel momento in poi c'era stato un finale di stagione altalenante e un Europeo pieno di critiche, riesplose mercoledì dopo il gol di Harry Kane a Varsavia.

Probabilmente le ragioni dell'involuzione di Szczesny nascono proprio nel suo Paese, la Polonia, che ha seguito da lontano la crescita del figlio d'arte, passato a 16 anni all'Arsenal di Arsene Wenger ma non ha mai smesso di fare confronti con il padre portiere Macej (unico calciatore a vincere il campionato polacco con quattro squadre diverse). In fondo la sua carriera è stata condizionata da dualismi e confronti con altri portieri, quelli con suo padre ma anche con i connazionali Fabianski e Dragowski e con dodicesimi ingombranti come Alisson e Buffon, fino al fantasma di Donnarumma, corteggiato e poi mollato dalla Juve nell'ultimo mercato estivo.

Ebbene sì ulla crisi di Tek non può non avere inciso anche l'ombra di Gigio Donnarumma, ritenuto il profilo ideale per proseguire la tradizione dei grandi portieri italiani in bianconero. Perchè nonostante le parole di facciata del direttore Cherubini "Donnarumma non è alla Juve perché non è una priorità. Szczesny è affidabile, ha un contratto lungo e crediamo in lui" il club ha fatto di tutto per ingaggiare l'ex rossonero. Il contratto in scadenza col Milan, un'occasione troppo ghiotta per non essere colta al volo insieme al vistoso calo di rendimento di Szczesny avevano convinto i bianconeri a rompere ogni indugio, salvo poi rendersi conto della difficile fattibilità dell'affare. Di fatto soltanto a a febbraio 2020 il polacco aveva rinnovato fino al 2024 a 7 milioni netti a stagione, un quadro che respingeva qualsiasi acquirente e che impediva ai bianconeri di accollarsi un altro super ingaggio nello stesso ruolo.

Sulla questione si è espresso al Corriere della Sera, la leggenda Jan Tomaszewski, eroe di Wembley nella partita che qualificò la Polonia al Mondiale 1974: "Quello che sta succedendo a Szczesny non è normale e non è facile da capire. Mi sono fatto l’idea che i tifosi a Torino e in patria non lo amino troppo e lui sente questa cosa, mettendosi una grande pressione. Per un portiere non è mai un bene quando pensa eccessivamente, perché perde brillantezza e reattività. Io credo che adesso gli possa fare bene una pausa, sia con la Juve che in Nazionale. E in futuro deve pensare di lasciare Torino".

Nonostante tutto però per adesso la linea di Massimiliano Allegri non cambia, nonostante un secondo di buon livello come Perin.

"A Malmoe gioca Szczesny" ha assicurato il tecnico livornese con un lapsus che però dice abbastanza: "Fino al gol dell’1-1 aveva fatto bene, anche perché non aveva dovuto fare parate". In fondo gli errori cominciano ad essere davvero troppi.

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