Milanello - E adesso sotto con la Champions e con il Malaga. «Squadra forte ma non imbattibile» parole e giudizio condivisibile firmato da Bojan Krkic, uno che arriva proprio dal calcio spagnolo. Sotto con la Champions a caccia di una qualificazione che solo qualche giorno prima sembrava una chimera mentre ora, calcoli alla mano, è tornata alla portata. Naturalmente a condizione che il Milan riesca a liberarsi di un altro tabù che lo affligge da qualche anno, addirittura da otto. É dall'ottobre del 2004, infatti, che l'armata berlusconiana non liquida un rivale spagnolo: precedente riemerso ieri dalla memoria degli statistici l'1 a 0 firmato Shevchenko (come sbagliare?), nei confronti del Barcellona di Frank Rijkaard, nella fase a gironi.
In sole due settimane si è capovolto il mondo per il Milan e anche per il Malaga. La squadra rivelazione della Liga è andata incontro a qualche scivolone di troppo: nell'ultima apparizione ha perso col Rayo Vallecano, irrisolti i problemi di natura economica del club, nonostante il ritorno allo stadio del presidente, lo sceicco Al Thani che non ha ancora onorato il pagamento degli stipendi arretrati. Anche il Milan può essere considerato un altro rispetto a quello timido e impacciato conosciuto in Spagna, aggrappato allo schieramento difensivo a tre, più due guardiani laterali, il debutto di Acerbi, beffato da una percussione che procurò il golletto dell'1 a 0 e i 9 punti in classifica alla squadra di Manuel Pellegrini, l'ingegnere cileno che riscuote, proprio a Madrid dove ha lavorato nella polveriera Real, molti più consensi tra addetti ai lavori e critici. «Non eravamo da ultimo posto prima, non siamo da scudetto ora»: la sintesi di Allegri è perfetta e può servire ad aprire un nuovo capitolo di una storia, cominciata con troppi ritardi, lacune e complessi. Ma scandita, ecco il riconoscimento pubblico e solenne di Allegri destinato all'azionista, «da una scelta difficile ma coraggiosa effettuata da Silvio Berlusconi nel rispetto della situazione del Paese e dei conti del Milan». Anzi l'occasione è propizia per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Per esempio sul conto della Juventus. «Ci sono squadre che per due o tre anni sono arrivate lontane dai primi posti, il Milan ha avuto il coraggio di affrontare una sfida difficile ma bella da vincere» la stoccata ricoperta di vaselina di Allegri. Per esempio ancora la Juve e il suo stadio: «É vero, il pubblico rossonero è rimasto lontano ma per riempire San Siro ci vogliono 80 mila, altri con 40 mila fanno il pienone». Nostalgia del duello tricolore di un anno fa? Probabilmente. Adesso il Milan e lo stesso Allegri possono puntare «alla zona Europa league», che è l'unica alla portata.
Sotto col Malaga, allora. Partendo da due punti di vista diversi, molto diversi come è accaduto anche in materia di tattica. Per Galliani è «una partita fondamentale per la qualificazione», per Allegri è un passaggio importante, «ma si deciderà all'ultimo turno». Affinità elettive solo sui personaggi che possono guidare il Milan in questo passaggio europeo delicato. Sono i soliti noti della compagnia di giro: Bojan ed El Shaarawy. Il primo, timbrato il cartellino col Chievo, può togliersi un secondo sfizio: da tre anni è lontano dal gol in Champions, soddisfazione raggiunta con la maglia del Barça, dove, parole sue, «giocavo anche da esterno». Il secondo è stato blindato da Galliani. «É vicinissimo il prolungamento del contratto fino al 2018» la garanzia firmata dal vice-presidente vicario che continua ad amoreggiare, a distanza, con Mario Balotelli, «un amore impossibile» la definizione riservata al giovanotto di stanza a Manchester.
Sotto con la Champions e con il Malaga, allora, rinnovando la coppia centrale della difesa (Bonera, scontata la squalifica in campionato, e Yepes) e puntando sul possibile rilancio di Boateng (nella ripresa), segnalato di buon umore a Milanello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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