Elkann si prende la Juve tra fedelissimi e Allegri. Film già visto nel 2006

Come dopo Calciopoli, piazza i suoi uomini: Gianluca Ferrero presidente. E blinda Max

Il presidente di Exor John Elkann
Il presidente di Exor John Elkann

La Juventus è di John Elkann. Lo era già sotto la presidenza di Andrea Agnelli ma l'epilogo di lunedì sera consegna definitivamente e ufficialmente il club all'azionista di riferimento. Il suo saluto istituzionale, attraverso un comunicato, spiega il cambio, avvenuto dopo le dimissioni come segno di grande responsabilità, accarezza e ringrazia il cugino Andrea che ha regalato risultati eccezionali, garantisce la presenza di professionisti e tecnici di altissimo censo, infine rassicura Allegri a proseguire negli ultimi positivi risultati. L'azionista di riferimento ha dunque concluso il primo capitolo della sua operazione.

Come nel 2006 è lo stesso Elkann a segnare la svolta; allora, con l'ombra di Gabetti e Franzo Stevens alle spalle, scaricò i due massimi dirigenti della società, Antonio Giraudo e Luciano Moggi con una scelta differente da quella adottata durante tangentopoli con i dirigenti Fiat coinvolti nella vicenda. Ma quella era ancora l'epoca di Gianni e Umberto Agnelli, questa è segnata dall'ingegnere che ha ricevuto l'eredità dell'impero imprenditoriale e che prosegue nella sua marcia senza ostacoli.

Il consiglio di amministrazione juventino di lunedì ha visto spaccarsi la compattezza che lo aveva contraddistinto negli anni migliori, tre figure, Daniela Marilungo (le cui dimissioni hanno anticipato quelle degli altri componenti e sono state un atto clamoroso), Suzanne Heywood e Laurence Debroux non hanno aderito all'intenzione del presidente di proseguire nell'azione a contrasto di Consob, Deloitte e della Procura. La convinzione di Andrea Agnelli è stata da sempre alimentata dalla sua assoluta fede bianconera, il tifoso ha avuto la prevalenza sul dirigente, la stessa lettera di commiato è la testimonianza di chi ritiene di avere realizzato un sogno, lanciando addirittura una sfida a fare meglio e rivolta a chi prenderà il suo posto. Lo stesso pensiero si ripete nel post scritto dalla compagna Deniz che esalta le doti professionali, il sacrificio e la lealtà del consorte. Inimmaginabile un simile comportamento da parte di Marella Caracciolo di Castagneto o Allegra Caracciolo di Castagneto nei confronti di Gianni e di Umberto Agnelli ma i tempi sono cambiati, anche velocemente, eppure l'immagine di una famiglia offre ora nuovi e opachi fotogrammi. Non va dimenticato che al di là delle dimissioni, resta aperta la strada del processo nel quale sono coinvolti sedici figure della Juventus, dal presidente ai legali, ai membri del management, il dibattimento avrà, come al solito, tempi lunghissimi e non dovrebbero esserci rischi clamorosi per le parti in causa.

John Elkann ha già provveduto a sistemare le sue due prime pedine, il direttore generale Maurizio Scanavino e ha indicato Gianluca Ferrero come presidente, ruolo che dovrà essere ratificato in sede assembleare il 18 gennaio prossimo quando sarà completato l'intero consiglio di amministrazione, comunque già disegnato, anche se non ufficialmente, da Elkann. I due nuovi dirigenti sono vicini alla famiglia, a donna Allegra e rappresentano le professionalità necessarie per affrontare una situazione drammatica. Il resto, il folklore di propaganda di vecchie glorie, non è altro che auto-candidatura alla ricerca di gloria e denari smarriti. Nel frattempo verrà corretto il bilancio che sarà in linea con i suggerimenti di Consob e Deloitte e risponderà all'inchiesta della Procura di Torino, che avrebbe intenzione di ritirare il ricorso alla decisione del gip che aveva respinto la richiesta di misure cautelari per Agnelli, Paratici e l'avvocato Gabasio. La Juventus va sotto controllo di Ferrero e Scanavino ma già la presenza di alcuni profili, come Suzanne Heywood che l'1 di novembre è stata nominata da Elkann come Chief Operating Officer di Exor, dunque un ruolo a fianco del maggiore azionista, questa presenza, dicevo, è stato il segnale dell'intervento dell'Ingegnere in Juventus.

La storia della famiglia Agnelli aggiunge nuovi capitoli che contraddicono la sua stessa tradizione, l'uscita di Andrea è un ulteriore passaggio, il suo futuro professionale si presta a mille ipotesi, il titolo bianconero in Borsa non è crollato, la squadra di calcio è a riposo mondiale, l'assenza dei protagonisti è un buon alibi per riflettere e decidere.

Sta ad Allegri prendere in mano la squadra e il mercato, con un ruolo di manager all'inglese (Ferguson, secondo l'idea di Andrea Agnelli), affiancato dal suo uomo di fiducia Federico Cherubini. Sopra di lui, sopra tutto e sopra tutti, John Elkann.

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