Soelden conta, altroché se conta. Si dice sempre che arrivi prestissimo nella stagione dello sci, che sia una gara a se stante, ma se la si affronta come Federica Brignone e, cioè, vincendola, nove anni dopo la prima volta, di imperio, anche oltre a qualche piega da brivido nella prima manche - era terza - , allora questi 100 punti messi subito in cascina, accanto al fieno e alla fame, hanno un valore intrinseco anche superiore. La valdostana centra la 28sima vittoria che è anche il 70simo podio in carriera, con cui supera la valanga azzurra di un certo Gustav Thoeni e si lascia alle spalle Alice Robinson (17/100) e l'incredula gioventù austriaca di Julia Scheib (1.28) al primo podio. Soprattutto, però, Brignone ricomincia l'anno con la gioia più grande, proprio come aveva chiuso quello scorso, a Saalbach dove vinse in gigante e salì sul podio in superG. Ed è solo l'inizio. Certo lei dice di essere «Orgogliosa, ma molto sorpresa perché ho fatto molto fatica ad inizio muro e poi mi son detta che dovevo lasciare andare tutto e pur con un po' di pressione nei giorni scorsi, mi sentivo serena per rischiare». All'arrivo fa una danza a mezza via fra una Waka Waka dello sci e un ballo del Qua qua e, anche così, ci ricorderemo del primo giorno di scuola di questo Circo Bianco emozione numero 59. C'è, però, un altro flash dello scorso anno che fa bene ricordare: sul Rettenbach vinse, proprio su Fede, Lara Gut Behrami, ieri non al via per problemi al ginocchio. Per la matematica furono 20 punti di distacco nel ranking e guarda caso, a fine stagione, l'elvetica si portò a casa la coppetta di gigante per 21 punti su Brignone.
Ecco perché Soelden arriva presto, ma a fine anno ti presenta il conto e quindi meglio partire col piede giusto. Il discorso potrebbe non valere giusto per sua maestà Mikaela Shiffrin: sesta lo scorso anno, poi seppe comunque dominare la stagione fino al crash di Cortina. Ieri ha chiuso quinta (+ 1.21) ma ha abbozzato. Le altre azzurre? Marta Bassino, 13sima (+ 1.86) non ha convinto, soprattutto se stessa: «La neve era bella, mi piaceva: promuovo la prima manche (era quinta ndr), ma nella seconda non ho avuto feeling sul muro». Si può sorridere, invece, per un 20simo posto a 3.19, se è la tua 20sima gara in Coppa, come per Asja Zenere, vicentina trapiantata ai piani di Bobbio.
Oggi tocca ai giganti sfidare il Rettenbach e rompere il ghiaccio (Dirette Rai ed Eurosport 10 e 13). Occhio al numero 34: dovrebbe essere un certo Marcel Hirscher. Perché Soelden conta e i campioni passano tutti di qui.
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