Essere Ferrari è questo. La rivincita dell'uomo, il trionfo della squadra

Doppietta a Singapore, e Vettel torna a sorridere Terzo successo di fila nel mese. Ma Leclerc...

Essere Ferrari è questo. La rivincita dell'uomo, il trionfo della squadra

Essere Ferrari significa anche questo. Significa dare più importanza alla squadra che ai piloti. È uno degli insegnamenti del fondatore. La Ferrari conta di più dei singoli. È questa la morale della doppietta Rossa al Gran premio di Singapore, un risultato che mancava dal 2017 in Ungheria, senza contare poi che per vedere tre successi di fila del Cavallino bisogna tornare al 2008, all'epoca di Raikkonen e Massa, arrivati addirittura a quattro successi consecutivi.

A Singapore ha vinto Vettel che non ci riusciva da 22 gare, da 392 giorni, ma è soprattutto un successo di squadra. Perché l'impresa vera, ancora più che di Vettel e Leclerc, è stata di chi ha lavorato sulla SF90 per trasformarla in un'auto vincente anche su una pista diametralmente opposta a quelle di Spa e Monza da dove erano arrivati gli ultimi due successi post vacanze estive. È il segnale che in Ferrari è successo qualcosa di davvero importante. Negli ultimi anni dopo la pausa estiva le Rosse perdevano prestazioni e brillantezza, lo scorso anno lo sviluppo portato a Singapore fu un fallimento. Quest'anno la squadra è ritornata in pista con un'altra faccia e non ha ancora perso una gara.

Deve essere una giornata di festa, senza polemiche inutili. In casa Ferrari la ragione di stato ha sempre avuto il sopravvento e non essendo i piloti in lotta per il campionato, sarebbe stato sbagliato, oltre che antipatico, chiedere a Vettel di cedere la posizione.

La Ferrari non ha giocato contro Leclerc, ha fatto le sue scelte strategiche per proteggere la vittoria, tenere a bada Verstappen e provare a scavalcare Hamilton anticipando la sosta di Seb. Il piano è stato disegnato per questo motivo, non per fregare Leclerc. E Charles lo ha capito. Non aveva la faccia contenta. Ma ha detto le parole giuste. Ha capito che in Ferrari quello che conta è la squadra. E poi va sottolineato che Seb non ha rubato nulla, ma ha conquistato il primo posto con uno straordinario giro al ritorno in pista dopo la sua sosta ai box. Con quella zampata ha guadagnato i secondi che gli hanno permesso di restare davanti a Charles. In quel giro si è rivisto il vecchio Seb, quello che in gara sapeva azzannare l'attimo fuggente.

Se Mattia Binotto adesso riuscirà a togliere ogni ombra dalla testa di Charles, si ritroverà a gestire una squadra a due punte, fondamentale per riuscire a battere le Mercedes (e a Singapore anche le Red Bull). Recuperare Vettel è essenziale per la fine di questo campionato, ma soprattutto in prospettiva 2020. Purtroppo il campionato di quest'anno è ormai andato, troppi punti persi nella prima parte della stagione (Leclerc è a 96 punti da Hamilton), ma nessuno poteva immaginarsi questo ribaltone, questo settembre rosso Ferrari con tre successi di fila e la Mercedes addirittura fuori dal podio in una giornata in cui Hamilton non è riuscito a graffiare, soprattutto dopo il cambio gomme ritardato. La Mercedes è stata battuta sulla velocità in qualifica, ma anche nella strategia perché solo un ordillne via radio ha fatto in modo che Hamilton non rientrasse in pista addirittura dietro a Bottas.

Tenerlo fuori così tanto lo ha fatto scendere dal podioSotto pressione anche Toto Wolff e i suoi uomini cominciano a commettere qualche errore. Da Singapore si viaggia verso la Russia con una certezza: la Ferrari adesso è davvero tornata. E qualcuno comincia ad averne paura.

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