"F1, piace a tifosi e governi. Dura tenere 2 Gp in Italia"

Il n°1 del Circus alla vigilia di Imola: "Crescita continua del pubblico e a ogni gara quanti Premier"

"F1, piace a tifosi e governi. Dura tenere 2 Gp in Italia"
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La Formula 1 sta bene, anzi benissimo. Non ha mai avuto tanti sponsor, tanti spettatori, tanti paesi che vorrebbero ospitare un gran premio. Il pubblico è ringiovanito, ma i vecchi tifosi non sono scappati anche se magari storcono un po' il naso per i nuovi format, come quello della gara sprint. Stefano Domenicali, il cui contratto come Ceo scadrà tra due anni, non pone limiti. Non si vede perché non si debba riconfermarlo. Questi sono giorni speciali, si corre a Imola dove è nato e dove ha visto i primi Gran premi della sua vita («Era una 200 miglia di motociclismo, correva ancora Kenny Roberts con la sua tuta gialla e nera»). Era un ragazzo della Tosa. La collina della Passione. «Ricordo l'emozione della prima volta nel '95, ci entrai vestito di rosso Ferrari e tra i ricordi più significativi ho quello della vittoria di Michael nel 2003, il giorno dopo la morte della mamma. Ricordo che il sabato lo accompagnai all'aeroporto di Forlì per permettergli di andare quella sera a vederla per l'ultima volta». Un misto di gioia e di commozione. Come questo weekend di Imola nel ricordo del trentennale di Ratzenberger e Senna, ma anche dell'alluvione dello scorso anno che costrinse gli organizzatori ad annullare la gara. «Sarà sicuramente un weekend speciale sotto tutti i punti di vista. Per le emozioni, ma anche per il significato sportivo perché molte squadre, come la Ferrari, porteranno delle novità e io credo che il campionato sarà molto combattuto».

Il futuro della Formula 1 è anche nelle sue mani. Alle porte c'è il nuovo regolamento, il patto della Concordia, il rinnovo dei due appuntamenti italiani. E qui Stefano accende subito un campanello d'allarme: «Continuare ad avere due gare in Italia è possibile, ma obiettivamente abbastanza difficile». Le gare resteranno al massimo 25, magari aumenteranno le Sprint («È una soluzione che piace e il nuovo format funziona. È bello che già al venerdì si corra pensando al campionato»). Le nuove regole sono all'orizzonte: «Ci siamo dati una scadenza: il primo giugno avremo le nuove regole. I campi di intervento saranno principalmente tre: benzine sostenibili, livello di ibridizzazione delle power unit e aerodinamica. E pensando al futuro dovremo capire se nel 2030 avrà ancora senso insistere con l'ibrido se avremo raggiunto le emissioni zero con le benzine». Su una cosa però Domenicali non transige: «Stiamo lavorando per migliorare il sound, aumentare il rumore. Tutti ce lo chiedono, tutti vogliono una Formula 1 con più decibel». In questo momento è quello che manca di più: «Sono in Formula 1 da trent'anni e i cicli ci sono sempre stati. Non mi preoccupa anche perché prevedo già quest'anno un campionato combattuto pur tenendo conto che Verstappen è partito davanti. Siamo una piattaforma che piace agli sponsor, agli spettatori (non solo a quelli televisivi) e ai governi.

Vedrete già nei prossimi mesi quanti primi ministri verranno a trovarci perché noi rispetto a Mondiali di Calcio e Olimpiadi torniamo tutti gli anni». Anche per questo l'Italia deve fare attenzione: «A Monza ci siederemo attorno a un tavolo e cercheremo di capire il livello di investimenti, anche in infrastrutture che può garantirci l'Italia».

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