"È una F1 senza fantasia. L'espressione di Leclerc rivela la sua delusione"

Domenica Gp in Bahrein. L'ex ferrarista sicuro: "Red Bull da paura, Charles s'aspettava di più"

"È una F1 senza fantasia. L'espressione di Leclerc rivela la sua delusione"

Sarà una stagione infinita, la più lunga nella storia della Formula 1, con 23 Gp e 6 sprint race. La speranza è che non diventi subito una stagione scontata con una cavalcata trionfale di Max Verstappen e della Red Bull. Da oggi in Bahrain capiremo qualcosa di più, ricordandoci che l'anno scorso la Ferrari aveva vinto 2 delle prime 3 gare e Leclerc arrivò a Imola con 46 punti di vantaggio su Max. Meglio non dare nulla per scontato. Per leggere le carte alla stagione che è già cominciata con i test in Bahrain, abbiamo chiesto aiuto a Ivan Capelli, ex ferrarista e nuova voce di Sky e Race Anatomy.

Ivan, in vista dei 60 anni che arriveranno a maggio è pronto a ripartire. Lui è nato pronto, anche se ha la modestia di non dirlo.

«La Red Bull ha dimostrato di essere veramente preparata e di avere una lucidità organizzativa che deve far paura agli altri ancora più delle prestazioni sul giro che erano quasi scontate perché non potevamo certo aspettarci che avesse perso competitività. Loro hanno capito quali sono i loro punti deboli e ci hanno lavorato. L'unico anello debole era Sergio Perez in qualifica. Che cosa hanno fatto? Un lavoro specifico per lui nell'ultimo giorno dei test, prima gli hanno fatto fare dei brevi stint da 5 giri per trovare l'assetto, poi gli hanno dato tre set di gomme morbide per trovare il limite. Un lavoro perfetto per aumentare la sua fiducia. Per questo fanno paura, perché hanno lavorato sui punti deboli».

Red Bull in pole, ma all'orizzonte c'è la penalizzazione per aver infranto il Budget Cap. Come influirà?

«È l'idea, è il progetto, è il pensiero che contano. Non credo che meno ore in galleria possano limitare Newey che sa dove andare. Forse sarà una penalizzazione, ma molto limitata».

Da pilota a pilota.

«Max oggi è il migliore in assoluto perché al di là della velocità è quello che ha capito meglio come sfruttare le gomme in gara. Sfrutta al meglio le mescole a sua disposizione senza rovinare le gomme, cosa che gli altri non riescono a fare così bene».

Uno sguardo alla Ferrari.

«La vedo partire all'inseguimento di Red Bull. È la prima inseguitrice, gli altri sono più indietro. Leggendo le espressioni di Leclerc più che di Sainz, ho capito che lui si aspettava di essere molto più vicino e mi sembra preoccupato perché c'è da colmare un gap più grande di quello che aspettava».

Sembra quasi una Ferrari fatta sulle caratteristiche di Sainz più che di Charles.

«La Pirelli ha cambiato la costruzione delle gomme anteriori per avere meno sottosterzo. Leclerc non ha ancora capito questa gomma, deve lavorarci».

Anche Vasseur, per ora non ha fatto scelte. Leclerc e Sainz alla pari.

«Giusto cominciare così perché ti chiami Ferrari. Però nel momento in cui vedi che il tuo avversario punta su un uomo solo, non puoi più concedergli nessun vantaggio».

L'uomo e l'auto. Siamo sempre alla solita questione: quanto conta il pilota?

«Conta perché quando fai un macro errore ti fermi o sbatti. Alla fine è sempre il pilota che gira il volante, accelera o frena. Verstappen ti dimostra che lui fa la differenza. Certo se la macchina è molto inferiore neppure lui può fare un miracolo. La Formula 1 ha tolto agli ingegneri e ai piloti la fantasia: devono guidare allo stesso modo senza potersi inventare nulla».

Cosa per cambiare?

«Servirebbe una sola cosa e a costo zero per recuperare fantasia: dare la libertà di lavorare sulle macchine tra le qualifiche e la gara. Congelando l'assetto del sabato è ovvio che la domenica si riproponga lo stesso risultato.

Dando la possibilità di cambiare assetto, montare ali con carichi differenti, lasciar inventare fino all'ultimo momento». Restituire fantasia alla Formula 1. Non è una cattiva idea. Intanto proviamo a divertirci con quella che ci passa Domenicali.

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