Fallisce tre tentativi di sollevamento: fuori dai Giochi la prima atleta trans

Laurel Hubbard non conclude nemmeno un sollevamento nella competizione +87 kg: eliminata dopo tre tentativi la prima atleta trans dichiarata

Fallisce tre tentativi di sollevamento: fuori dai Giochi la prima atleta trans

Prima dell'inizio dei giochi olimpici di Tokyo 2020 ha destato grande polemica la partecipazione di Laurel Hubbard, la prima atleta dichiaratamente trans a partecipare alla manifestazione. Selezionata dai funzionari della nazionale della Nuova Zelanda di sollevamento pesi, le sue performance avevano fatto ben sperare prima dell'inizio dell'avventura di Tokyo, tanto che numerose sono state le proteste da parte di chi non riteneva corretta la partecipazione di un'atleta transessuale nella competizione a discapito delle atlete biologicamente donne. Ma la sua presenza alle Olimpiadi è durata appena qualche minuto, perché è stata eliminata senza aver completato nemmeno un sollevamento.

Nata in Australia nel 1978, prima della transizione il suo nome era Gavin. Ha sempre avuto la passione per questa disciplina, tanto che a 20 anni ha partecipato ad alcune competizioni ma senza successo. Si ritirò dal mondo sportivo dopo appena 3 anni e nel 2012 iniziò il suo processo di transizione, facendosi chiamare Laurel. Una volta cambiate le regole del Cio, negli anni successivi il suo livello ormonale è rientrato all'interno dei range validi per poter competere nelle gare femminili di sollevamento pesi, tanto che nel 2017 ha conquistato il secondo posto nella compezione mondiale, diventando la prima neozelandese a vincere una medaglia. Da quel momento ha vinto numerose altre competizioni finché a giugno è stata chiamata dai selezionatori olimpici.

Il suo Paese aveva riposto grandi speranze in lei ma una volta giunta in pedana non ha soddisfatto le aspettative. Ha fallito il primo tentativo di sollevamento a 120 kg e ha deciso di passare direttamente alla misura successiva, provando i 125 kg. Ma la sua gara olimpica si è interrotta senza aver fatto nemmeno un sollevamento valido. Il primo a questa misura è stato annullato dai due dei tre giudici per una flessione del gomito, mentre il secondo è fallito.

"Sono grata del sostegno che mi è stato dato da così tanti neozelandesi", ha dichiarato Laurel Hubbard prima di partire per Tokyo. Diverse le atlete che si sono lamentate per la partecipazione della Hubbard a Tokyo. Tra queste la belga Anna Vanbellinghen, che pur dichiarandosi sostenitrice della comunità Lgbtq ha posto alcuni dubbi sull'inclusione nelle competizioni femminili. In particolare, l'atleta ha sottolineato che lo sviluppo di uomini e donne in età puberale porta a differenze nella densità ossea e nella struttura muscolare.

"Chiunque si sia allenato nel sollevamento pesi ad alto livello conosce questa verità sulle ossa: questa particolare situazione è ingiusta per lo sport e per gli atleti. [...] credo che tutti dovrebbero avere accesso allo sport, ma non a spese degli altri", ha concluso la belga.

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