Farfalle, altra medaglia: chiesta l'archiviazione sul caso maltrattamenti

Dal bronzo di Parigi alla mossa del Tribunale sulla vicenda delle presunte pressioni della Maccarani

Farfalle, altra medaglia: chiesta l'archiviazione sul caso maltrattamenti
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Un bronzo ed una archiviazione. Il bottino olimpico di Parigi 2024 ha portato ad un doppio sigillo per il mondo della Ritmica azzurra, scosso, negli ultimi due anni, da un pesante j'accuse a firma di un terzetto di ex atlete che avevano sollevato accuse di maltrattamenti, pressioni psicologiche e «metodi forti» contro l'Accademia nazionale di Desio, dove la squadra delle Farfalle si allena, da oltre 20 anni, con la regia di Emanuela Maccarani (in foto). È lei ad uscire da questi Giochi con una ulteriore medaglia personale al collo: prima sospesa, poi «spuntata» nel ruolo restò allenatrice, ma non più direttrice dell'intero movimento -, quindi riabilitata dal Tribunale sportivo, ma ancora sotto indagine per la Giustizia ordinaria. Ora game over: anche il Tribunale di Monza ha chiesto l'archiviazione che un Gip dovrà convalidare. Un passo che sembra scontato almeno per due motivi: difficile che un Tribunale sportivo - dopo udienze ed audizioni delle ragazze - archiviasse, derubricando ad una semplice ammonizione, Maccarani e la sua vice Olga Tishina se poi una Procura ordinaria avesse davvero avuto in mano elementi forti per dar luogo a procedere. Secondo motivo? Lo ha spiegato Maccarani: «Non avrei mai portato delle ragazze alle Olimpiadi se non avessi avuto la coscienza a posto». E ancora: «L'accademia di Desio è un luogo sano, certamente si fatica, si lavora, si deve controllare il proprio fisico, ma avere portato atlete integre a 28 anni a competere significa, che qui le cose si fanno per bene». Certamente, ci vuole un fisico (ed una testa) bestiale per vincere. Chi non ce la fa, è fuori. A prescindere dal talento e dall'impegno. La solidarietà delle atlete era stata massima per le loro coach: i metodi possono essere duri, le parole possono essere chiare e dirette. Ma bisogna anche interpretarle. E così fece il Tribunale sportivo che ammonì le due allenatrici per aver usato parole e atteggiamenti sul crinale della durezza. Ma Gimbo Tamberi ed il suo autosacrificio imposto, in fondo insegnano: est modus in rebus. Metodi ritenuti inappropriati (dalla pesatura quotidiana, ai «consigli» su che cosa mangiare) da un paio di atlete, Anna Basta e Nina Corradini (una delle due collaborò anche con Maccarani come vice), sono gli stessi che le loro compagne hanno ritenuto di sprone a fare ancora meglio. Ora si riparte: «Ho sempre lavorato con meravigliosi contratti annuali - spiega Maccarani il prossimo scade a fine anno. Il programma delle Farfalle del futuro è pronto, ma vedremo».

Alcune delle fanciulle, infatti, potrebbero smettere dopo aver deciso di prolungare già dopo Tokyo 2021 la vita di atlete a caccia di un'altra medaglia. Che è arrivata, insieme ad uno staff che ora annovera anche psicologo e nutrizionista fisso, oltre al colpo di spugna su un paio di anni orribili.

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