Ed è subito oro. Ed è subito Fede. Nuovo casco, stessa tigre dentro e fuori, Brignone non si fa attendere e all'appuntamento con la storia arriva subito, nel primo giorno dei Mondiali di Francia. Per il primo oro iridato in carriera per lei e per l'Italia nella specialità, dopo il bronzo di Putzer nel 2001, Brignone riesce ad essere prima due volte, dominando in superG e sciando da slalomista consumata fra i pali. La medaglia in combinata va costruita così e lei lo sa anche se al traguardo sussurra: «Ci ho provato», perché Brignone graffia sempre fra le porte, ma al traguardo ha la pazienza dei grandi che sanno attendere. Stavolta non serve: nella manche veloce fa il vuoto sulle altre, lasciando 78/100 di speranza alla compagna Elena Curtoni che poi, però, non si conferma in slalom e chiuderà nona a 4. Brignone, invece, pennella la Roc De Fer meglio delle velociste pure che - da Goggia a Gut, da Mowinckel a Stuhec hanno preso parte solo a metà gara per provare il tracciato. Al cancelletto della ripresa si presentano in 20 e la danza della valdostana impensierisce anche sua maestà Mikaela Shiffrin: la campionessa in carica parte per recuperare i 96/100 di gap e lo fa fino a tre porte dalla fine quando, ancora in ritardo su Fede, inforca così incredibilmente da non arrabbiarsi nemmeno. Sarebbe stata medaglia? Il podio non si fa né con i se né con i ma, ma porta dopo porta: il secondo tempo di manche di Brignone relega Wendy Holdener all'argento (162) e Ricarda Haaser al bronzo (226).
«Cominciare i Mondiali così è il top. Ora non mi diranno più che nel mio palmares manca una medaglia d'oro», dice Brignone che poi sul podio non trattiene le lacrime. Sono quelle di una donna che è diventata campionessa. Era una bimba al suo primo sigillo iridato, l'argento in gigante nel 2011. In 12 stagioni i Mondiali non le hanno più sorriso: quinta nel 2019, quarta ad un soffio dal podio nel 2017, sempre in gigante. La sua, però, nel frattempo è stata una carriera extra mondiale, non solo per le tre medaglie olimpiche, con il bronzo in Combinata proprio un anno fa a Pechino, ma soprattutto con le 21 vittorie e i 32 podi che ne fanno l'azzurra più vincente di sempre. «Agli altri Mondiali avevo sempre un problema, ora mi sento in forma», dice lei. E la gioia è doppia anzi combinata, perché a Brignone, a differenza della Fis, la Combi è sempre piaciuta: da giovanissima pestava i piedi per non abbandonare lo slalom e crescere polivalente. Ha avuto ragione. In combinata vanta 5 vittorie e 1 podio, quasi tutti collezionati con favolose doppiette in quel di Crans Montana, a riprova del feeling per questa formula che il circo Bianco, invece, sembra snobbare.
Ora serve portare la stessa fiducia fino a domani, con il superG, sperando che l'entusiasmo contagi
anche le compagne: Goggia ha chiuso 20sima «dopo aver perlustrato il tracciato». Peccato per Marta Bassino che, con un ottimo intermedio, si è fatta sorprendere da uno dei molti dossi e dall'ombra ed è finita fuori in superG.
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