Ferrari, brusco risveglio. La macchina non va e neppure Hamilton

Leclerc 8° tra errori suoi e di strategia, Lewis 10° nervoso col box e per 40 giri dietro Albon e Tsunoda

Ferrari, brusco risveglio. La macchina non va e neppure Hamilton
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La Ferrari viaggia dall'Australia alla Cina con la testa piena di pensieri. Mai credeva di tornare da Melbourne con uno dei peggiori esordi degli ultimi anni, con Leclerc e Hamilton che hanno incassato meno punti della Sauber di Mattia Binotto. Dopo aver illuso tutti fino al Q2, le monoposto di Maranello sono uscite dai radar delle vetture in lotta per qualcosa di importante, naufragando anche in quelle condizioni climatiche incerte che di solito esaltano la classe di Lewis Hamilton. «Non abbiamo nulla di buono da portare a casa da questa gara», ammette Vasseur mentre tre scuderie diverse, McLaren, Red Bull e Mercedes colorano il primo podio dell'anno e addirittura Williams, Aston Martin e Sauber chiudono davanti a Charles. Nella domenica in cui Norris ha dimostrato un buon passo avanti dal punto di vista mentale con una McLaren che oggi pare imbattibile, la Ferrari non ha trovato le prestazioni, ha sbagliato strategia (troppo ritardato il ritorno a gomme da bagnato effettuato tre giri dopo gli altri) ed ha pure patito per un testa coda di Charles sull'acqua. Una piccola galleria degli errori cominciata quando le McLaren hanno iniziato a volare in Q3 andando a monopolizzare la prima fila. Solo l'errore di Piastri ha impedito al team di Andrea Stella di chiudere con una doppietta che avrebbe fatto ancora più paura. «Se la McLaren si conferma in gara dopo il Giappone potrà già dedicarsi al progetto del 2026 tanto sono avanti», aveva detto George Russell dopo le qualifiche. Due anni fa aveva previsto che la Red Bull le avrebbe vinte tutte (persero solo a Singapore quando vinse Sainz). Speriamo non abbia ragione.

La Sf-25 è certamente migliore di quella che abbiamo visto in gara a Melbourne. Il problema è che né Leclerc né Hamilton sono riusciti ad estrarne le prestazioni migliori. Forse si tratta di un progetto con una finestra di utilizzo molto corta e difficile da centrare, come la Mercedes di qualche anno fa. Chissà. Lo capiremo presto perché già nel prossimo weekend si corre in Cina (con tanto di gara Sprint) e poi in Giappone, una pista che racconta sempre la verità.

Un discorso a parte merita l'esordio di Hamilton che per quaranta giri non è riuscito a passare Albon e Tsunoda, una Williams e una Racing Bulls. «Abbiamo perso un'opportunità, ma sono felice di esser almeno riuscito a tenere la vettura in pista», ha detto spiegando di aver vissuto una gara difficilissima con un motore e dei comandi al volante che non conosce ancora bene. Lo si è capito dai suoi messaggi radio con Daniele Adami. A volte chiusi anche bruscamente con «so cosa fare» o parole oscurate da provvidenziali beep.

Lewis si è lamentato anche per lo scambio di informazioni con i box: «Non sapevo cosa stessero facendo gli altri e chi si era fermato, ma poi è arrivata ancora più pioggia, nessuno mi ha detto che stesse piovendo di più altrove rispetto al resto del giro».

Insomma la festa adesso è finita davvero. E la Ferrari deve darsi una mossa.

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