Milano merita il mondiale. Lo meritano i settantatremila che addobbano San Siro a festa con quella coreografia che è uno spettacolo di colori e di emozioni, da far venire i brividi anche a chi sta a casa, davanti alla tv. Sepolte persino le antiche rivalità di campanile testimoniate nell'occasione dall'accoglienza riservata a quel fuoriclasse di uomo che è Gigi Buffon subito dopo l'intervallo. «C'è solo un capitano» canta la curva sud e il portierone di casa nostra, quasi commosso, si appoggia al palo e ringrazia deferente. Milano merita il viaggio a Mosca la prossima estate per quel sostegno incessante, ma San Siro sa essere anche un tribunale calcistico inflessibile. E la sua sentenza, pubblicata all'annuncio degli schieramenti, è senza possibilità di ripensamento.
I fischi destinati soltanto a Gian Piero Ventura sono il pronunciamento pubblico e solenne del gradimento sotto zero riscosso dal ct presso il popolo del calcio italiano. Il giudizio, in verità, sembra davvero meritato dalla prima mezz'ora di calcio esibito che è primitivo nel suo sviluppo, lanci di qua e rilanci di là. In quel flipper impazzito che diventa il prato di San Siro si segnala subito la presenza di Jorginho nel traffico: è uno che conosce la geometria, che dialoga e chiama i sodali a posizionarsi meglio. Meglio di niente. Anche Florenzi sistemato su un binario opposto alle sue caratteristiche è un'altra pedina fuori posto, proprio come Insigne in luogo di Verratti a Solna. Deve aspettare che esca Candreva per ritrovare il binario più adatto alle sue caratteristiche. Eppure il giovanotto riesce a cavarne un paio di sortite che fanno salire la temperatura e rendono incandescente il finale della notte.
I fischi per Ventura non sono certo per i cambi che hanno un senso nonostante Belotti sia in evidente deficit fisico. Non riguardano nemmeno i risultati collezionati chè il secondo posto nel girone comandato dalla Spagna non è uno scandalo. Si riferiscono alle scelte, alle prove scombiccherate, alle paure da provinciali tradite nelle curve decisive, a Solna in particolare e a quello zero di ieri sera.
Milano s'infiamma dinanzi a qualche sgambetto del destino perché il gol sembra vicinissimo e invece si allontana beffardo, sfiorando palo e traversa. Alla fine San Siro canta l'inno come mai accaduto neppure nelle notti romane di Italia '90 ed è l'ultima spinta prima della resa. Prima dell'apocalisse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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