Fontana e Federazione. È ghiaccio bollente per colpa di un marito

Arianna: "Mi vogliono chiudere in una scatola". Il n.1 Gios: "Non mi parla e non mi saluta..."

Fontana e Federazione. È ghiaccio bollente per colpa di un marito

Pattini veloci e roventi sul ghiaccio di Pechino (Cina). L'avventura italiana dello short track alle Olimpiadi Invernali è terminata in casa Italia e c'è di che sorridere. Una spedizione fortunata nella quale Arianna Fontana ha scritto un'altra pagina di storia: la fuoriclasse di Polaggia è stata capace di conquistare ben 11 medaglie olimpiche tra il 2006 e il 2022, con le ultime tre (1 oro e 2 argenti) vinte in Cina. Per Fontana la soddisfazione di essere l'italiana più medagliata di sempre nei Giochi Invernali, staccando di una lunghezza un'atleta del calibro di Stefania Belmondo.

Numeri e imprese che potrebbero essere la trama di una favola, ma l'evoluzione della storia ricorda più un episodio della Signora in giallo. Sì, perché i contrasti emersi tra la campionessa valtellinese e la Federghiaccio sono divampati nelle Olimpiadi. Di stracci ne sono volati e Fontana ha manifestato disagi e maltrattamenti. Ci si riferisce agli attacchi in allenamento ricevuti da alcuni compagni di squadra (uomini) e alla mancata tutela della FISG in merito soprattutto alla posizione occupata dal coach/marito, Anthony Lobello.

«Non spetta a me fare il primo passo, abbiamo cercato di fare tante volte noi il primo passo per cercare di trovare una soluzione. Dall'altra parte quello che vogliono fare è mettermi in una scatola, dalla quale sono dovuta uscire in questi anni per poter essere qua competitiva», le parole dell'azzurra in riferimento al trasferimento in Ungheria per allenarsi nel periodo post PyeongChang 2018.

Un contrasto importante in cui le parole del n.1 della Federghiaccio, Andrea Gios, si sono fatte sentire. «Arianna Fontana non mi parla e non mi saluta neanche. Un incontro ci sarà sicuramente, non c'è chiusura da parte mia se continuiamo con questo modello. Se lei ha bisogno di andare all'estero saremo i primi a cercare una squadra che la ospiti, poi c'è sempre la possibilità di allenarsi con noi, ma se il nodo della questione è che suo marito diventi allenatore della Nazionale, questo noi non possiamo accettarlo. Ci sarà modo di parlarsi, non ho nessuna preclusione, Arianna è un patrimonio della nostra Federazione, che non vorrei dilapidare», ha sottolineato Gios. Il n.1 della FISG ha poi precisato un altro aspetto importante relativo alla questione «attacchi in allenamento» da parte di uno degli staffettisti vincitori del bronzo a Pechino: «Si tratta di un episodio di tre anni fa a Courmayeur. Quando ci si allena con una certa intensità, se una donna va a contatto con un uomo che pesa di più possono accadere queste cose.

La questione per noi era chiusa. Un'accusa inaccettabile perché quei ragazzi, che l'hanno fatta cadere, sono gli stessi che negli ultimi sei mesi l'hanno supportata per centrare i suoi obiettivi». Il futuro quindi appare a tinte fosche.

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