Una Formula 1 piena di talenti con una sola auto in pista

Stendiamo un velo rosso pietoso sul Cavallino tramortito. Pietoso perché siamo ancora nella fase in cui si può e si deve pazientare mentre la Ferrari cerca di tornare a un livello degno

Una Formula 1 piena di talenti con una sola auto in pista
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Stendiamo un velo rosso pietoso sul Cavallino tramortito. Pietoso perché siamo ancora nella fase in cui si può e si deve pazientare mentre la Ferrari cerca di tornare a un livello degno, ma non possiamo più accettare gli errori di valutazione nelle strategie commessi e ammessi dal team di Maranello. Non ci può essere resurrezione fra gli errori. Steso il velo, meglio dedicarsi al messaggio inviato ieri da Norris, Piastri, Russell, Alonso, Hamilton (senza errori altrui l'avrebbero inviato anche Leclerc e Sainz). Questo: Verstappen è più o meno come noi. Perché se solo avessero una Red Bull incanterebbero come Max, vincerebbero come Max e stimolerebbero aggettivi mirabolanti come Max. Solita vittoria a parte, il Gran premio di Silverstone, davanti a mezzo milione di appassionati in tre giorni, ha avuto il merito di riconciliarci con il buon senso. Bisogna avere la testa altrove per non accorgersi di quanto sia preponderante il ruolo della macchina quando si innalzano piloti dal giusto ruolo di campioni a quello talvolta ingiusto di esseri soprannaturali. Questa F1 è piena di grandi talenti, solo che nel Circus non esistono solitari Usain Bolt, Michael Jordan o Roger Federer; in Formula uno quel tanto in più che accompagna la mutazione da campione a fenomeno lo fa il mezzo meccanico giusto. A volte meritatamente, altre no. O forse ci siamo scordati che Valtteri Bottas, oggi buon ultimo o penultimo o comunque disperso, prima, alla Mercedes, lottava per le vittorie? Questo non per togliere a Verstappen, ma per non dargli troppo con eccessiva leggerezza.

Qualcuno crede davvero che l'olandese sia meglio del primo Alonso? Di Hamilton che ieri lottava con Norris? Che tra Max e Lando o Russell o il giovane Piastri visto ieri ci sia un gran divario? Allo scopo può essere utile ricordare Perez, onesto mestierante a trecento all'ora, che con la Red Bull tra le mani ha iniziato a volare. Anche troppo. Tant'è vero che in questo campionato era partito molto bene e, opplà, qualcosa è cambiato per non turbare Max.

A proposito dell'importanza della macchina. Che può dare e a volte togliere.

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