
Vederle abbracciarsi, ridere, scherzare, divise da un solo centesimo sul podio, non sembra nemmeno di vedere Federica Brignone e Sofia Goggia, le due primedonne della neve azzurra, le eterne duellanti, impegnate per una carriera a punzecchiarsi se non a polemizzare. Eppure quel microscopico centesimo, più che dividerle, sembra unirle nell'apoteosi di due campionesse straordinarie che forse meriterebbero anche più riflettori di quelli che hanno saputo conquistarsi. Quel «brutta s» con cui Sofi ha apostrofato ridendo Fede, abbracciandola all'arrivo del superG di ieri, e addirittura quel candido «scusa» con cui ha risposto la dominatrice della stagione, la dicono lunga su un rapporto forse finalmente ricucito, lontano da polemiche che tante volte sono state anche montate ad arte. Ma forse adesso che Fede e Sofia sono arrivate nel pieno della maturità, che hanno l'età per godersi tutto quello che hanno vinto (una con due coppe del mondo, l'altra con un oro olimpico stratosferico, entrambe campionesse del mondo), possono concedersi più amicizia e meno tensioni. In fondo quel centesimo che le separò a favore della Goggia nel superG del '19 a Sankt Moritz e che la Brignone le restituì già nella discesa di Garmisch di quest'anno, ieri a La Thuile è diventato la sublimazione della grandezza di questi due fenomeni. Merito forse proprio di questa grande rivalità, che probabilmente se non fosse stata tale non le avrebbe portate a questi livelli. Di certo con il secondo posto di oggi, Sofia ha anche aiutato Fede a portar via gli ultimi punti a Lara Gut sulla strada della coppa.
Destino di una Brignone che sembra addirittura farci rivivere le imprese di Tomba: a un sola vittoria (10 contro 11 di Alberto) e a un solo podio (14 contro 15) dai record stagionali del più grande di tutti. Ma Fede ha addirittura una coppa più di lui.
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