Piano piano, a modo suo, Francesco Pecco Bagnaia sta diventando anche personaggio. Ci sono campioni che nascono istrioni come Agostini, Lucchinelli, Rossi (in ordine di tempo e limitandoci al solo motociclismo). Conquistare la folla per loro è stato facile e immediato, Bagnaia invece ci ha messo di più, un po' per carattere, un po' perché il pubblico dopo anni di Valentino non era pronto ad innamorarsi di nuovo. Lui un po' ha sofferto ma senza cercare di piacere a tutti i costi ha continuato a concentrarsi su quello che gli riesce meglio: perfezionare il proprio modo di guidare e affrontare le gare. Così è diventato il numero uno della MotoGP e così si è confermato tale. Due titoli uno dopo l'altro gli hanno assicurato l'autostima e la consapevolezza per disegnare le linee perfette con cui al Mugello ha indirizzato l'intero gp, prendendo il comando in due sole curve. Scattava dalla quinta casella dello schieramento e nei primi istanti di gara ha costruito il successo mettendosi davanti a tutti. Dopodiché, senza la minima sbavatura, ha tenuto alle spalle lo spagnolo Martin e Bastianini fin sotto la bandiera a scacchi. Questa è personalità. Poi, sarà perché tre vittorie consecutive al Mugello sono da sballo, si è concesso la scenetta che non osavi immaginare, l'assolo di chitarra sulle note di Rock and Roll All Nite dei Kiss.
Questo Bagnaia trasgressivo, duro e sorridente, è piaciuto, anche perché la sua indole di buono è subito riemersa quando ha deciso di regalare i guanti alla folla: il primo lo ha lanciato al di là della rete, il secondo lo ha consegnato con le sue mani al più piccolo dei suoi tifosi... In quella carezza in un guanto c'era tutta la sensibilità di un ragazzo che in pista sa usare il pugno di ferro.
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