Nell'anno del bufalo, il pallone cinese si scopre più che altro come una gigantesca bufala. In poche stagioni la credibilità della Chinese Super league è passata da nuovo Eldorado del calcio mondiale a transatlantico alla deriva, con tanto di fuga sulle scialuppe di salvataggio. Su una delle ultime è salito anche Hamsik, giunto in Cina 2 anni fa per vestire la maglia del Dalian Yifang del suo ex allenatore Benitez, ma pronto a tornare, accontentandosi del Goteborg, pur di lasciare la tempesta del pallone cinese.
E Hamsik è solo l'ultimo dei big in fuga, dopo che il governo di Pechino ha imposto una drastica revisione degli investimenti sul calcio, passato da grande obbiettivo della politica di Xi Jinping ad «attività irrilevante» secondo la definizione di Zhang Jindong, il patron di Suning, papà del presidente dell'Inter, che ha chiuso dalla sera alla mattina il suo Jiangsu, niene meno che campione di Cina in carica.
Così, dopo aver ricoperto di soldi campioni sul viale del tramonto e mezze tacche del calcio mondiale, dal brasiliano Oscar (21 milioni di euro annui di ingaggio) a Hulk, da Pato a Mascherano e Lavezzi, la federcalcio cinese ha imposto ai propri club un tetto salariale massimo di 75 milioni annui globali e di 10 per un asso straniero. Ma se pensiamo che anche uno come Graziano Pellè (foto) prendeva 15 milioni a stagione dallo Shandong, possiamo capire come questo esercito di stelle cadenti abbia deciso di voltare le spalle a Pechino. Così El Shaarawy è rientrato alla Roma e lo stesso Pellè ha pensato di garantirsi uno stipendio al Parma. Anche perché, nel frattempo, lo Shandong Luneng è stato espulso dalla Champions asiatica perché indebitato.
Un po' come lo stesso Jiangsu, liquidato da Suning dopo aver raggiunto un debito di 63 milioni di euro principalmente di stipendi non pagati, e un po' come tutti i club del calcio cinese che rischiano di vedere una fuga di star.
Per ora si salvano solo gli allenatori, da Ramirez a Cannavaro (contratto da 13,5 milioni), ma fino a quando? E soprattutto fino a quando i cinesi riusciranno a tenere in piedi le proprietà all'estero? In Italia per ora abbiamo visto passaggi misteriosi, dal milanista Yonghong Li al parmigiano Jiang Lizhang, al patron del Pavia Xiaodong Zhu. Ma ora rischia anche Zhang.
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