Resta il rammarico, dell'Inter più che del Napoli, di vedere gli altri stasera in tv. Sperando poi di affrontare chi vince nella finale di mercoledì prossimo, davanti al presidente Mattarella nel vuoto dello stadio Olimpico. Conte (e come lui Gattuso) avrebbe preferito partire prima, per godere di un giorno di riposo in più, che andrà invece in vista della finale a chi stasera vincerà tra Juventus e Milan. Questo prevedeva il regolamento (ordini invertiti rispetto all'andata) e non c'è stato verso di cambiarlo.
Parte in vantaggio il Napoli, grazie alla vittoria dell'andata a San Siro (0-1), ma l'ultima volta che le squadre si sono affrontate al San Paolo (6 gennaio) a trionfare è stata l'Inter (1-3). Sono queste anche le uniche due occasioni in cui Conte e Gattuso si sono sfidati in panchina.
Conte ha costruito l'Inter a sua immagine e somiglianza, scegliendo i giocatori che voleva (Lukaku su tutti) e soprattutto quelli che non voleva (Icardi, ma anche Nainggolan e Perisic). Gattuso ha ereditato la squadra in corsa, dopo la partenza negativa del suo amico e maestro Ancelotti. Era metà dicembre. L'avvio di Gattuso è stato durissimo, tutto in salita: Ancelotti (che peraltro nel frattempo aveva conquistato gli ottavi di Champions) nelle prime 15 partite aveva una media punti decisamente bassa: 1,4 a partita. Bene, anzi male: Gattuso per un mese ha fatto peggio, molto peggio: 3 punti in 5 partite, 1 vittoria (a Reggio Emilia) e 4 sconfitte, che facevano supporre vita breve per Ringhio all'ombra del Vesuvio. Poi, improvvisa, la svolta. Batte la Juventus (che è sempre un gran godere per tutti, a Napoli di più) e vince in trasferta con la Samp. Scivola poi di nuovo in casa col Lecce, ma è solo un incidente e lo si vede proprio a San Siro, in Coppa Italia: batte l'Inter, dominandola o quasi, ne vince 3 di fila in campionato, riconquista il sesto posto in classifica, pareggia con rimpianto col Barcellona in Champions. Insomma: prima dello stop, il Napoli era tornato quello che doveva essere e Gattuso ne andava giustamente fiero. Domani chissà, la curiosità generale è proprio capire da dove e come si riparte.
Senza l'interruzione, Gattuso avrebbe già prolungato il contratto, ora in scadenza al giugno del prossimo anno. C'era una clausola, che con penali minime consentiva a tecnico e club di liberarsi entro il 10 giugno, ma nessuno l'ha esercitata. Perciò Gattuso allenerà il Napoli anche l'anno prossimo e presto sapremo fino a quando.
Battere l'Inter (in una sfida che a un milanista come lui non può sembrare come un'altra), e poi provare a vincere la Coppa Italia, può valergli anche garanzia di adeguamento economico (3 milioni netti l'ingaggio della prossima stagione; la metà per quella in corso), non male anche per uno che in carriera ha dato più volte l'impressione di non avere il denaro al primo posto degl'interessi. Ad aprile, col suo stipendio (peraltro non ancora pagato da Adl) ha coperto il taglio fatto sui salari dei dipendenti non sportivi della S.S. Napoli Calcio. Non è stato l'unico, ma non sono stati in molti a farlo.
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