Gattuso, debutto record dà un punto al Benevento Che segna con il portiere

Il cambio in panchina non inverte la rotta del Milan: il pareggio al 95' la beffa peggiore

Gattuso, debutto record dà un punto al Benevento Che segna con il portiere

Marcello Di Dio
nostro inviato a Benevento

Un volo dentro la storia manda di traverso il battesimo di Rino Gattuso sulla panchina del Milan e in serie A. Il volo è quello di Alberto Brignoli, portiere di 26 anni di origini bergamasche con alle spalle appena 9 presenze nel massimo campionato, che indossa i panni di supereroe. La storia è quella sua e del Benevento che finalmente al 15° tentativo cancella quel brutto zero dalla casella dei punti fatti, riscrivendo la classifica della cenerentola d'Europa. «Ho sognato tanto questa partita, ma nemmeno nel sogno mi è comparso il portiere che mi beffava all'ultimo secondo. Brucia prendere un gol così, una coltellata avrebbe fatto meno male... Ma certe cose succedono se te le vai a cercare», dirà un amareggiato Gattuso nella pancia del Vigorito sull'ennesima delusione rossonera in stagione. E se il ruolino di marcia del Milan delle sei gestioni post Allegri, ovvero dal gennaio 2014 a oggi, parla di un 31 per cento di partite perse, è lo stesso Gattuso a fornire un altro dato statistico che dà l'idea di una squadra che fatica a tornare grande: «Mi hanno fatto notare che su 14 gare contro squadre neopromosse, il Milan ne ha vinte solo 3 e ne ha pareggiate 4, compresa quella con il Benevento...».

La truppa rossonera non si accende nemmeno ora che Montella non c'è più e sulla panchina è arrivata una delle bandiere di Milanello. Anche se quattro giorni erano in effetti pochi per poter vedere l'effetto Ringhio sulla squadra. Chiamata già con il Bologna a un'inversione di rotta per non perdere un treno europeo che si sta velocemente allontanando. E nessuno dei dirigenti presenti nel Sannio ha messo la faccia o ha speso una parola in un altro pomeriggio da cancellare.

Prima della prodezza del portiere di casa, il Milan stava per portare a casa una vittoria assolutamente immeritata. Il film della gara aveva infatti raccontato le grandi difficoltà dei rossoneri: una squadra lenta e prevedibile che non ha dato la sensazione di poter chiudere i conti nemmeno quando si è trovata per ben due volte in vantaggio. E non ha regalato sorrisi neanche il ritorno al gol di Kalinic dopo 430' (ultimo gol al Chievo). Grinta nei giocatori se ne è vista poca, se non quella di Gattuso in panchina che dopo la dubbia espulsione di Romagnoli (provocata anche da un pallone perso a centrocampo da Bonucci) si era addirittura tolto la giacca. Continuità nemmeno a parlarne, anche se almeno Montolivo ha provato a verticalizzare il gioco secondo i dettami del nuovo allenatore.

«Abbiamo il dovere di guardare avanti, c'è un grande senso di appartenenza tanto che nello spogliatoio alla fine della gara ho visto una grande disperazione dei giocatori», così il tecnico milanista, mentre capitan Bonucci sembra rassegnato: «Peggio di così non potrebbe andare...». Un risultato maturato con un doppio vantaggio milanista (coriaceo Bonaventura sull'azione del primo gol, completamente solo Kalinic sulla zuccata sotto porta), rotto dalla rete di Puscas che aveva acceso il Vigorito.

Ma anche Gattuso ha le sue colpe: nel finale in 10 la squadra si è fatta schiacciare dal Benevento e l'ingresso di Zapata ha di fatto dato vigore all'assedio dei sanniti. «Pensavo che ormai fosse fatta, ma il calcio è così», la chiosa di Gattuso. Nella sua carriera ha visto di tutto, gli mancava solo di assistere a una delle classiche favole del calcio: il portiere che fa gol.

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