Gare annullate, alcune a rischio, federazioni che non si mostrano contrarie ad avere in gara russi e bielorussi. E l'Ucraina annuncia di non voler prendere parte alle competizioni dove questi sono ammessi. Il tutto alla vigilia della partenza del percorso di qualificazione della scherma a Parigi 2024.
Il primo sport olimpico a concedere il ritorno in pedana ai «reietti» - decisivo il passo indietro di Comitati olimpici di Asia e Africa - sta vivendo al suo interno un vero e proprio «scisma» mondiale, come riporta il quotidiano spagnolo El Pais. Alcuni paesi, come Germania e Finlandia, continuano il loro ostracismo supportati dalle autorità politiche che si appellano alla norma dell'Unione Europea del settembre 2022 che impedisce di concedere visti a cittadini russi.
Il paese teutonico ha già confermato il no per la tappa di Coppa del Mondo di fioretto femminile del 5-7 maggio a Tauber, quello scandinavo ha annunciato che non organizzerà i Mondiali veterani di settembre, mentre nel weekend potrebbe arrivare il no della Polonia per la manifestazione di Poznan (21-23 aprile). Essendo le competizioni valide per le qualificazioni ai Giochi, inevitabili sono le conseguenze sulla regolarità delle stesse: da una parte, infatti, ci sono competizioni cancellate o comunque vietate ai russi; dall'altra gare dove la presenza di Russia e Bielorussia (vedi il Grand Prix di sciabola a Seul, in Corea del Sud o la tappa di Batumi in Georgia), potrebbe innescare una catena di forfait - già sicuro quello ucraino - e boicottaggi in corso d'opera.
«La nostra solidarietà va al popolo ucraino che soffre la guerra di aggressione», così la presidentessa della Federscherma tedesca Claudia Bokel.
E ieri, prima della decisione del Cio, l'iniziativa di 323 schermidori che hanno scritto una lettera aperta chiedendo di «mantenere le raccomandazioni di sospensione». Insomma, una nebulosa nella quale si fatica a vederci chiaro.
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