Giak, si gira l'Europeo. E l'Italia c'è

Il Belgio dei fenomeni non fa un tiro in porta. E Pellè nel finale completa l'opera

Giak, si gira l'Europeo. E l'Italia c'è

Nostro inviato a Lione

Buona la prima dell’Italia operaia, capace di soffrire ma anche di esaltarsi. Capolavoro tattico di Conte, con l’organizzazione che ha la meglio sulla qualità e subito tre punti come la Germania (due gol di cui uno allo scadere) nella gara più difficile del girone con il Belgio. L’Europeo parte con il piede giusto e il ct può essere soddisfatto su tutti i fronti: sul piano del risultato, che alla luce del pari tra Irlanda e Svezia mette già in discesail nostro cammino; sul piano del sacrificio, visto che la squadra ha saputo entrare bene in partita e ha poi saputo soffrire quando gli avversari hanno cercato il pari con insistenza nei venti minuti finali; sul piano tattico, perchè tutte le mosse studiate dal ct sono state applicate al meglio; sul piano dei gol, due appunto, dell’operaio Giaccherini e del Pellè ammirevole per spirito di sacrificio e presenza sotto porta.

Logico che gli eroi della serata siano quindi Bonucci e Giaccherini, fedelissimi di Conte: il primo sembra avere ancora una condizione eccezionale nonostante abbia giocato 53 gare in stagione, il secondo è stato ripescato dal ct che si arrabbiò quando, ai tempi della Juve, il club bianconero decise di cederlo in Premier. La nazionale di duri, sporchi e cattivi non è certo la più bella, manca di talenti, ma riesce a limitare un Belgio un po’ sottotono, soprattutto in alcuni degli interpreti principali, dal Lukaku che fallisce un gol clamoroso nell’unica palla concessa dagli azzurri, al De Bruyne che non trova una delle sue solite invenzioni. E se è vero che Mertens e Origi nell’ultima mezz’ora creano più di un grattacapo alla nostra granitica difesa (unico neo i cartellini gialli per Chiellini e Bonucci che potrebbero condizionare il prosieguo del loro torneo), è altrettanto vero che gli azzurri reggono bene.

L’Italia modellata da Conte con il 3-5-2 camaleontico si adatta a qualsiasi avversario, chiunque siano gli interpreti. Gli azzurri sembrano avere subito la testa dentro il match più degli avversari, segno che il nostro ct ha preparato con cura il debutto europeo. Candreva e Darmian si abbassano ai lati del trio difensivo Barzagli-Bonucci-Chiellini che detta tutti imovimenti della squadra, dato che bisogna limitare la pericolosità degli esterni belgi, tecnici e veloci. La truppa di Conte mantiene un atteggiamento prudente anche perchè Wilmots avanza Fellaini in marcatura su De Rossi, ma il Belgio ci prova solo dalla distanza visto il muro eretto dall’Italia. Nainggolan impegna Buffon con un tiro dal limite e quella resterà l’unica occasione dei Diavoli Rossi nel primo tempo. Ma chi è il vero protagonista del match è Bonucci, che chiude in ogni circostanza e imposta la manovra (in assenza di un vero e proprio regista di ruolo).

Non a caso, il lancio del gol azzurro è suo, con Giaccherini che approfitta dell’errore in chiusura di Alderweireld. Con Conte che si ferisce al naso per l’eccessiva esultanza (pare a causa di un urto all’orologio di Mauro Sandreani, uno dei suoi collaboratori). Il quarto gol in Nazionale, il primo nell’era Conte, del calciatore del Bologna rompe l'equilibrio di unmatch tattico: l'Italia è molto corta, soprattutto in fase di non possesso palla, con Eder e Pellè che arretrano di molti metri per andare a prendersi il pallone. Gli uomini di Wilmots, anche per merito del lavoro degli azzurri, appaiono slegati e poco ispirati. Tanto che, subìto il gol, rischiano ancora sulle conclusioni di Candreva e Pellè.

Nella ripresa Belgio più intraprendente e sprecone (vedi l'erroraccio di Lukaku) e Italia brava a soffrire e a ripartire. Immobile testa i riflessi di Courtois e ripropone la sua candidatura, Pellè chiude il conto con il sesto gol azzurro. L'Italia sorride, allo Stade de Lumieres le luci della ribalta sono tutte per gli azzurri.

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