La vera Germania ormai è il Giappone. A livello tattico e di approccio, il calcio degli asiatici sta dimostrando di possedere più elementi riconducibili al calcio tedesco della stessa Mannschaft, da tempo riconvertitasi verso un calcio di posizione che però, dopo il Mondiale del 2014, non ha più prodotto i risultati attesi. Un calcio proposto dalle squadre di élite della Bundesliga quali Bayern Monaco e Borussia Dortmund ma non certo dalla classe media del campionato tedesco, dove invece vanno per la maggiore caratteristiche quali pressing, rapide ripartenze e duttilità tattica.
Squadre come Bochum, Eintracht Francoforte o Borussia Mönchengladbach, dalle quali non a caso provengono alcuni dei protagonisti dell'attuale Giappone, che nel panorama calcistico mondiale rappresenta la classe media proprio come l'Eintracht lo è a livello tedesco e europeo. Sono in totale nove i giapponesi presenti in Qatar che giocano o hanno giocato in Bundesliga, numero che si potrebbe ampliare a dieci se si include anche chi, come Minamino, è cresciuto in una scuola tedesca come quella della Red Bull, pur avendo giocato a Salisburgo e non a Lipsia. I tre marcatori del Giappone in Qatar provengono tutti dalla Germania: Ritsu Doan, 2 gol, gioca nel Friburgo, Takuma Asano nel Bochum e Ao Tanaka nel Fortuna Düsseldorf.
Ma andando oltre i singoli giocatori, è proprio nell'identità tattica della squadra che emerge l'impronta tedesca, con i rapidi contropiedi che hanno messo in ginocchio Germania e Spagna, la capacità di cambiare modulo a partita in corso (dal 4-4-2 al 3-4-3 contro la Mannschaft) e un calcio in costante pressione che lascia volentieri il possesso palla agli avversari. Infatti la partita nella quale gli uomini di Moriyasu sono andati in maggiore difficoltà è stata quella contro il Costarica, persa 1-0, dove toccava loro dover fare la partita. Nessuno in Qatar ha saputo leggere le partite come il ct degli asiatici: tutte e quattro le reti del Giappone sono arrivate dai cambi, grazie ai subentrati Doan e Asano, e a Karou Mitoma, che ha fornito a Tanaka la palla rimasta in campo per poco più di un millimetro per il gol partita contro la Spagna. «In 15 anni di Nazionale, questa è la più forte con cui sto giocando», così il 36enne ex Inter Nagatomo.
La Bundesliga è stato il porto di approdo privilegiato dai giapponesi fin dalla fine degli anni '70, quando Yasuhiko Okudera fu ingaggiato dal Colonia diventando il primo nipponico a giocare in un grande campionato europeo. Successivamente Okudera, una volta tornato in patria, divenne il primo calciatore giapponese professionista, aprendo la strada alla professionalizzazione del calcio nel Sol Levante.
Poi la colonia in Germania è progressivamente cresciuta. Nel calcio moderno l'incrocio tra diverse influenze produce ricchezza e il Giapppone, senza rinunciare alla peculiarità del proprio calcio, ne sta approfittando al meglio.
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