Gigio, 10 e lode. Il calcio isterico impari dal suo fair play

Il capitano azzurro perdona Singo che l'aveva colpito e rassicura i fan: "Tutto bene..."

Gigio, 10 e lode. Il calcio isterico impari dal suo fair play
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Per una volta tutti d'accordo sulla «prestazione» di Gigio Donnarumma, voto: 10 e lode. Trovatene un altro infatti che, dopo aver preso una scarpata in faccia, abbraccia pochi minuti dopo (e dopo 10 punti di sutura) il responsabile della tacchettata killer, Wilfried Singo. Ora, a tre giorni dall'incidente, il capitano azzurro rassicura tutti: «Sto bene». Pericolo scampato, ma non un rischio da poco. Eppure il comportamento di Gigio è stato davvero un modello di self control da cui dovrebbe prendere esempio il fin troppo agitato mondo del calcio, zeppo di personaggi che danno in escandescenza per un nonnulla. Da Gigio è venuta al contrario una prova eccezionale di fair play nei riguardi non solo di Singo che ha chiesto scusa per il «colpo involontario», ma anche nei confronti dell'arbitro Letexier che - incredibilmente - non ha neppure ammonito Singo (all'inizio non aveva fischiato nemmeno la punizione) e al quale L'Equipe ha appioppato un meritatissimo «2» in pagella. Intanto social pieni di solidarietà «comica» verso Donnarumma con post di amici più o meno vip che la buttano sul ridere (tanto il calcione in faccia mica lo hanno preso loro...). «Spiritoso» Mario Balotelli: («Non poteva prenderti il naso?»), identici quelli di Stefano Sorrentino, Samuel Castillejo e Fabian Ruiz: «Adesso sei più bello, fratello», mentre Marco Borriello e l'attore Salvatore Esposito virano sulla serie tv cara a Saviano: «Frate', pronto per Gomorra 6» e «Ora sei anche tu un Savastano». Per Gigio anche i complimenti di un glorioso collega del passato, Lorenzo Buffon, 95 anni, tra i portieri top nella storia del calcio italian o: «Il coraggio di Donnarumma mi ha ricordato la temerarietà nelle uscite dei portieri della mia generazione».

Con la differenza che allora gli attaccanti, se vedevano il portiere uscire a valanga sui piedi, lo «scavalcavano cavallerescamente», con espressione cara ai telecronisti d'antan. Oggi chi è lanciato a rete cerca invece il contatto, così ci scappa pure il rigore. E chi se ne importa se l'«estremo difensore» si becca una tacchettata in fronte.

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