La Giovine Italia s'è desta. Poco meno di duecento anni fa, il movimento fondato da Mazzini segnò una fase cruciale del Risorgimento italiano; due secoli dopo, invece, tocca alla squadra di Mancini condurci verso il risorgimento del calcio italiano. In quest'anno e mezzo, infatti, la nostra Nazionale ha intrapreso la strada giusta per allontanarsi per sempre da quel maledetto 13 novembre 2017, quando pareggiando con la Svezia dicemmo addio al mondiale russo. Ma se da quel giorno sembrano passate ere, il merito va senza dubbio a Roberto Mancini, capace di prendere una squadra distrutta e, pezzo dopo pezzo, ricostruirla dandole una nuova identità e puntando fortemente sui giovani.
In fin dei conti, l'aveva detto anche durante la sua presentazione: «Dobbiamo costruire anche per i prossimi anni, quindi l'età conterà». E dalle parole, il Mancio è passato ai fatti. Da quando è diventato ct, infatti, ha fatto esordire ben ventiquattro giocatori e di questi molti sono under 23. All'Europeo, però, il ct sarà costretto a fare scelte dolorose.
Chi può dormire sonni tranquilli è Donnarumma (voto 8), che, a meno di clamorosi stravolgimenti, difenderà la nostra porta anche la prossima estate in giro per l'Europa. Anche Sirigu è abbastanza sicuro di un posto, mentre il ruolo dell'altro vice se lo contenderanno Meret (6) e Gollini (6), i due portierini che hanno esordito rispettivamente contro Armenia e Bosnia. Zero chance, invece, per Cragno (sv): il cagliaritano è ancora fermo ai box.
Tra i vari reparti, la difesa è sicuramente quello più esperto e il Mancio sembra indirizzato ad affidarsi alla vecchia guardia. Con il rientro di Chiellini, rimane in pratica un solo posto disponibile, per il quale può ancora sperare Gianluca Mancini (6,5), che sta facendo molto bene a Roma, anche nell'inedito ruolo di mediano. Quasi impossibile, invece, per Cistana (sv) del Brescia, convocato ma non sceso in campo.
Le cose cambiano eccome dal centrocampo in poi, con il ct che ha l'imbarazzo della scelta. Non dovrebbero esserci grossi dubbi su Barella (8), imprescindibile. Quasi certo anche Zaniolo (7,5), in costante ascesa e utilizzabile in più ruoli. E poi, si sa, Mancini stravede lui, a tal punto che lo convocò ancor prima del debutto in A. Un posto se lo giocheranno, invece, Tonali (7), che ha ben figurato nelle ultime due uscite, e Pellegrini (7), che a breve tornerà disponibile. Anche Chiesa (7,5) è piuttosto sicuro di fare le valigie, anche perché il ct difficilmente rinuncerà alla sua esplosività.
Tra i tanti, rimarrebbero fuori Castrovilli (6,5), una delle sorprese di questo avvio di stagione, Orsolini (7), che ha debuttato con gol e assist, e Kean (6), scomparso però nei dintorni di Liverpool.
Ma loro, come tutti del resto, hanno ancora tutto il tempo per mischiare le carte in tavola. Toccherà poi al ct scegliere quelle giuste e portare in alto la Giovine Italia. Dopotutto, da Mazzini a Mancini cambiano solo due consonanti.
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