Chiesa Mvp? Serve un'indagine

La decisione Uefa del premio a Chiesa ha sollevato qualche interrogativo

Chiesa Mvp? Serve un'indagine
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Sarebbe opportuna una indagine approfondita sui membri della commissione Uefa che aggiudicano il premio di man of the match, al secolo il migliore in campo. Infatti il trofeo consegnato a Federico Chiesa ha sorpreso e imbarazzato lo stesso premiato mentre nello spogliatoio il suo sodale Nicolò Barella deve averlo guardato storto e non soltanto da interista a juventino. Si scherza, ovviamente, ma non del tutto. Resta infatti il mistero buffo sui criteri che muovono le menti dell'Uefa nelle decisioni ordinarie, cito ad esempio che nel prossimo turno di partite Croazia e Albania giocheranno un giorno prima di Spagna-Italia, non si conoscono i motivi di tale scelta ma forse il calendario agonistico, per gli uomini di Ceferin, è analogo a quello che ispira il metodo Ogino-Knaus. Torno a Chiesa la cui prestazione contro gli albanesi ha sollevato polvere davanti agli occhi dei tifosi e di una parte della stampa, anche perché la posizione, a destra, occupata dal bianconero sul campo, diversa dalle abitudini allegriane, in zona opposta, ha soddisfatto i più rancorosi; ma a tirare di conto la prova di Barella è stata superiore e superba assieme, non soltanto per il gol potente e prepotente, ma per la presenza continua, attiva, propositiva al punto che i giornali spagnoli hanno ipotizzato che il centrocampista azzurro possa essere l'erede ideale di Luka Modric, ovviamente nel Real Madrid.

Non male, alla vigilia della partita contro la nazionale di Luis de la Fuente, questo sì che è un premio effettivo, verace, di campo e non di Uefa. Ma non è nemmeno il caso di stupirsi, quello che accade nel football è sempre lontano e diverso da quello che accade dentro il governo di Nyon.

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