Immenso Fabio Aru. Dopo Cervinia il sardo volante conquista anche il Sestriere. Un'altra azione agile, ma potente, da scalatore vero. Lascia Alberto Contador sullo sterrato del Colle delle Finestre e con un'azione spericolata e temeraria prova addirittura a riaprire il Giro all'ultima chance sulle rampe che portano a Sestriere. Alle spalle i momenti neri vissuti nella tappa del Mortirolo e in quella di Vicenza. Il bello dei 24 anni è buttarsi tutto alle spalle e ripartire, rilanciarsi con coraggio verso imprese ancora più grandi. L'ha fatto, Aru, ma, a conti fatti, non è bastato per spodestare il Pistolero dal trono. Il guadagno è 2'25" sul traguardo, più 10 secondi di abbuono, il sogno di vincere il Giro si ferma a 2'02", tanto basta allo spagnolo per conservare il primato in una giornata nera, che più nera non si può. E se al posto della salita del Sestriere, dolce, morbida e agevole, ci fosse stato un ultimo strappo duro probabilmente Aru avrebbe potuto festeggiare a champagne.
La tattica dell'Astana stavolta non fa una piega. Grande ritmo nell'attacco del Colle delle Finestre, a stroncare la fuga partita in pianura. Resta davanti Ilnur Zakarin, il russo della Katusha, già trionfatore solitario della tappa di Imola. Non molla, anzi incrementa e pedala alla grande in testa. Dietro si muovono le acque. Con l'accelerata dei celestini il gruppo dei migliori esplode ancora prima degli ultimi 9 km di sterrato. Con Contador, solo soletto in maglia Tinkoff, ci sono Aru, Landa e Kangert dell'Astana, Hesjedal, Uran e Kruijswijk. Contador non ha una bella faccia, l'impresa chiesta da tutti non arriverà nemmeno oggi. Parte Landa, una rasoiata perfetta quella del basco. E la maglia rosa non batte ciglio. Un paio di chilometri e ci prova anche Aru. Gli altri lo seguono, ma Contador non ne ha. Sguardo basso e frequenza altissima, pedala agile e non riesce a permettersi un fuorigiri. Viene lasciato sul posto anche da Kangert e sulle ammiraglie della Tinkoff inizia a serpeggiare una certa preoccupazione. Ma il Pistolero è esperto e si gestisce. Scollina con 1'30". In discesa recupera e sull'ultima salita, troppo facile, si gestisce, permettendosi anche di esultare con il pugnetto agli ultimi 400 metri. Davanti Aru e gli altri raggiungono Landa. Che si mette a disposizione del suo capitano. Finché il sardo, come ieri a Cervinia, lascia tutti sul posto e si invola da solo. Esulta, piange e ringrazia. E forse dentro di sé maledice qualcosa.
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