Il sangue che si gela per lunghissimi minuti. Domenico Pozzovivo cade nella discesa giù dal Gpm di Barbagelata quando mancano 40 km all'arrivo. Le prime immagini lo restituiscono rigido, forse privo di sensi. Tra le braccia di uno spettatore che, particolarmente incauto, prova a rianimarlo. La mente corre immediatamente a Wouter Weylandt, il ciclista belga morto quattro anni fa (era il 9 maggio 2011), proprio in Liguria, anche allora era la terza tappa, anche allora una caduta in discesa, giù dal Passo del Bocco. Passano i minuti per Pozzovivo arrivano i soccorsi. Viene immobilizzato e curato sull'asfalto, c'è sangue e la situazione sembra molto grave. Il capo dei medici di corsa, Giovanni Tredici, interviene in diretta a tranquillizzare tutti: «Pozzovivo ha subito un evidente trauma al volto, ma non si segnalato altri problemi. Il ciclista è lucido e cosciente. Le notizie sono confortanti». Il piccolo scalatore lucano, che ha perso l'anteriore in una semicurva sbattendo con violenza il volto sull'asfalto, è in ospedale. Per lui il Giro è finito, una corsa iniziata male con il coinvolgimento nella caduta di Genova di ieri. Ma già nell'estate scorsa il capitano della Ag2r si era rotto tibia e perone mentre si allenava in Trentino, quando in discesa un gatto gli aveva atraversato la strada.
La tappa, con arrivo a Sestri Levante dopo la lunghissima discesa, vede la vittoria, con conseguente consolidamento del primato, di Michael Matthews. La maglia rosa brucia sul traguardo Fabio Felline, partito lunghissimo, e Philippe Gilbert, che tenta la rimonta alle sue spalle. La corsa era stata animata da una fuga da lontano di 19 uomini che tentano di sfruttare il tracciato nervoso. Il gruppo lascia fare, ma alle viste di Chiavari chiude l'ultimo gap e consegna l'occasione dello sprint ai velocisti-passisti rimasti.
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