Come se non bastasse il Covid e il gelo di questo autunno esigente. Come se non fossero già bastati i tombini, le borracce e le transenne che volano per un elicottero che ronza sulla testa dei corridori troppo basso. Adesso ci si mettono anche le moto, che dovrebbero limitarsi ad assistere i corridori, invece li abbattono, come accaduto ieri al campione olimpico di Rio Elia Viviani.
Questa è una brutta storia, ma ce n'è una fortunatamente più bella. Una volata senza storia che fa storia. Quarta volata e quarta vittoria per il campione di Francia Arnaud Demare. Anche in Riviera, l'Arnaldo si presenta al momento giusto grazie ad un team che lo porta in rampa di lancio come nessuno. L'ultimo uomo, che non è secondo a nessuno, Jacopo Guarnieri. Il 33enne piacentino lo pone in rampa di lancio e l'Arnaldo si sbarazza della concorrenza con disarmante facilità. Per lui quinta vittoria in carriera al Giro d'Italia, 14ª stagionale, un poker che gli consente di eguagliare un illustre connazionale: Bernard Hinault, ultimo a centrare tante tappe sulle strade rosa quasi quarant'anni fa. «È una sensazione straordinaria, non pensavo di arrivare a questi livelli: merito della squadra», commenta felice il TGV francese, dopo aver ringraziato ad uno ad uno i suoi compagni.
Chi arriva alle spalle del transalpino? Ca va sans dire: Peter Sagan. Ancora una volta lo slovacco deve digerire un secondo posto (il 32° nei Grandi Giri), ma certamente molto più sereno dopo essere tornato al successo l'altro ieri sul traguardo di Tortoreto Lido.
Ma come vi dicevamo, a sprintare ci sarebbe dovuto essere anche il nostro Elia Viviani, che invece alla fine si sacrifica per il suo apripista Consonni, alla fine quarto e migliore degli italiani. Questo succede perché a una trentina di chilometri dal traguardo, in una rotonda stretta, l'olimpionico della pista viene tamponato da una moto della scorta tecnica. Per il veronese una forte contusione alla mano e al ginocchio, ma niente volata, anche se poi finisce decimo.
In rosa resta sempre il bimbo portoghese Joao Almeida, 22 anni e nove giorni. Oggi dovrà stare attento ad una tappa piena di trabocchetti sulle strade della Romagna. Si corre sul tracciato della Nove Colli, la nonna di tutte le Granfondo amatoriali arrivata al mezzo secolo di vita. Riuscirà Almeida a tenersi stretta la maglia? (oggi arrivano dal Portogallo papà e mamma).
Sarà capace di inventarsi qualcosa il nostro Nibali prima di avvicinarsi alle montagne vere? È chiaro che se la tappa di oggi dovesse finire pari e patta, la crono del Prosecco di sabato potrebbe davvero dare ulteriore
forza e convinzione al 22enne talento portoghese. Insomma, terreno per far qualcosa ce n'è, l'importante è saper cogliere il momento. Dimenticavo: si corre nella terra di Marco Pantani. Può essere d'ispirazione: per tutti.
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