Val Gardena Un sabato, ieri come allora. 15 dicembre, un giorno prima di quel 16 del 1989, 29 anni fa. Le sensazioni, nel parterre della Saslong sono le stesse: terrore puro. La terza discesa della stagione di coppa del mondo ha preso il via da poco più di mezz'ora, al comando c'è Alexander Aamodt Kilde, sceso divinamente con il numero 6.
Prima di festeggiare però il norvegese deve aspettare il suo capitano Svindal, pronto al via con il pettorale numero 19. Con il 18 intanto c'è in pista Marc Gisin, lo svizzero fratello di Dominique, campionessa olimpica di discesa nel 2014, e Michelle, la piccola di famiglia che ha iniziato la stagione andando forte in tutte le discipline. Marc si avvicina alle Gobbe del Cammello senza problemi, ma all'improvviso i suoi sci hanno uno scarto e si incrociano proprio davanti al puntale degli attacchi. È come se si facesse lo sgambetto da solo, il problema è che se lo fa nel punto più critico della pista, il dente di stacco delle Gobbe che si affronta ad oltre centodieci all'ora. Marc decolla senza controllo e senza airbag - e atterra cinquanta metri più giù, sulla terza gobba. L'impatto sul fianco e sulla testa è tremendo, si capisce subito che l'atleta è privo di conoscenza perché il suo corpo scivola senza avere la minima reazione. Quando finalmente si ferma, Marc resta immobile sulla neve ed è proprio in quel momento che chi ha memoria di quel 16 dicembre 1989 rivive lo stesso terrore di quando l'azzurro Giorgio Piantanida fu dato per morto dopo un volo scomposto sulle Gobbe del Cammello.
I soccorsi sono immediati. L'elicottero atterra sulla pista, ma per lunghi interminabili minuti non si muove. Marc viene intubato e rianimato, ma resta incosciente. Quando infine viene portato via è passata quasi mezz'ora. Il volo verso l'ospedale di Bolzano dura pochi minuti, ma le notizie che arrivano sono contrastanti. Si tira un sospiro di sollievo quando si viene a sapere che l'atleta ha ripreso conoscenza, ma bisognerà aspettare il pomeriggio di oggi, domenica, per avere una diagnosi ufficiale: con una commozione cerebrale, il bacino e quattro costole rotte, ieri Marc ha potuto essere trasportato in Svizzera per ulteriori accertamenti, ma dovranno passare 48 ore prima di poterlo considerare fuori pericolo. Gisin nel gennaio del 2015 era già stato vittima di un volo terribile a Kitzbuehel, dove aveva preso una forte botta in testa. Il ritorno in pista, in un primo tempo osteggiato dalla famiglia, era stato positivo e proprio sulla Streif Marc aveva ritrovato il sorriso lo scorso mese di gennaio chiudendo al 5° posto la discesa più famosa e difficile del circuito.
Per la cronaca, ma la cronaca in giornate come queste passa davvero in secondo piano, Kilde ha poi vinto la gara davanti a Franz e Feuz, tutti scesi prima della lunga sosta.
Svindal, fermato davanti al cancelletto per mezz'ora e alla fine settimo, ammetterà che «l'esperienza mi ha aiutato a restare concentrato su quello che dovevo fare, ma non è stato facile, perché quando la pausa è così lunga è chiaro che chi è caduto non si è semplicemente rotto un ginocchio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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