Non c'è limite all'impudenza. I fumi tossici di Palermo sono ancora nell'aria ma la Lega di serie A studia una bella idea di un mundialito in esclusiva per i nostri venti club, da disputare nel periodo della coppa del mondo in Qatar, novembre-dicembre, non nelle nostre città però negli Stati Uniti d'America, anche se ora si pensa di esportare solo i playoff e in lizza ci sarebbe anche Abu Dhabi dove esiste un solo stadio. Venti milioni di costi per emigranti del nulla, profughi da una figuraccia appunto mondiale, ma questo è un elemento marginale per chi pensa soltanto al business ed è costretto a cercare scialuppe e canotti di salvataggio mentre il barcone sta affondando di debiti.
Un torneo americano, bello come un film ma con quali attori, nel senso di calciatori? Gli stranieri impegnati in Qatar non ci saranno, prendete la capolista Milan: out Maignan, Hernandez, Tomori, Leao, Giroud, Ibrahimovic,Rebic, Saelemaekers, proseguo con l'Inter: Dumfries, De Vrij, Perisic, Lautaro, Gosens, Correa, quindi la Juventus: Szczesny, Danilo, De Ligt, Alex Sandro, Arthur, Mckennie,Morata, Vlahovic, Rabiot. Un elenco a caso o a memoria per sottolineare come l'idea bizzarra o balzana comporti controindicazioni che fanno scemare l'interesse, i diritti televisivi e la stessa partecipazione del pubblico. Senza trascurare la Fifa che obbligherà a un calendario e ad orari non in contemporanea con quello mondiale (in Qatar prima partita alle 11, le altre alle 14-17-20 ora europea), dunque se si dovrà andare incontro alle abitudini americane il mundialito della little Italy verrebbe giocato quando sarà notte nel nostro Paese. Non va dimenticato che, sempre per i criteri tipici del governo di Zurigo, martedì prossimo le eliminate dei play off, nel nostro caso Turchia e Italia, si affronteranno in una partita inutile e anche pericolosa per chi quattro giorni dopo sarà di nuovo in campo per la ripresa della serie A. Calciatori umiliati e logori ma questo elemento è marginale sia per la Lega, sia per la Federcalcio e soprattutto per le istituzioni internazionali, Fifa e Uefa.
Il nuovo tracollo azzurro ha mille responsabili ma tra questi i rappresentanti della cosiddetta Confindustria del nostro football, un gruppo di presidenti e dirigenti che non ha la minima visione e strategia internazionale, aggrappato come è ad una mediocre lotta di potere che ha avuto illustrazione e ribalta nelle elezioni dell'ultimo presidente di Lega, dopo varie candidature, bocciate, respinte, bruciate come in una sagra paesana.
Non possiamo aspettarci una svolta da chi non ha alcun coinvolgimento con la nazionale se non in caso di vittoria europea o mondiale, nessuna sensibilità da chi prova fastidio per ogni convocazione e stage azzurro e da chi ha intasato il proprio organico di elementi stranieri di qualità modesta, rispondendo alle pressioni di procuratori e direttori sportivi complici. Ora si ricomincia con il consueto festival del calcio leggero, ubriachi ed eccitati da un Atalanta-Napoli o da Juventus-Inter, cibi tossici per riempirci la pancia. Per digerire la macedonia.
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