Un «risultato straordinario». Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, ha atteso la domenica decisiva del torneo post Covid, per lucidare l'impresa realizzata dal calcio italiano. È stato lui, con il presidente della Lega serie A Dal Pino, il cocciuto protagonista della ripresa («non sarò il becchino del calcio» la frase simbolo) vista scorrere senza interruzioni, senza contagi, senza attentati alla salute pubblica o alla regolarità del torneo, e adesso che è arrivato il traguardo, ha incassato la legittima soddisfazione. Scudetto assegnato al culmine di un bel duello, scolpite le posizioni per la prossima Champions, definiti, a grandi linee, l'elenco dell'Europa League 2021 e le retrocessioni: immaginare questo scenario nei primi giorni torridi di giugno scanditi da opposizioni di vario tipo (dal ministro Spadafora al numero uno del Coni) era fantasia sfrenata. E anche questo può aver aiutato l'immagine del calcio. Proprio ieri sono arrivate alla Lega Calcio le offerte vincolanti di sei fondi di investimento, attraverso l'advisor Lazard, per la media company che commercializzerà i diritti tv. L'offerta di Bain, Cvc e Advent sarebbe per l'acquisto di quote di minoranza; Apollo, Fortress e Blackstone hanno invece proposto dei finanziamenti. Wanda (minimo garantito di 1,5 miliardi a stagione) e Mediapro, hanno proposto una partnership per il canale della Lega.
A La politica nel pallone su Rai Gr Parlamento, Gravina ha reso l'omaggio, dovuto, alla Juve campione prima di lanciare l'allarme per la prossima stagione, al via il 12 settembre. «Tra poco le squadre dovranno cominciare i raduni e siamo in ritardo nella pubblicazione delle nuove procedure da seguire» l'incipit per spiegare meglio l'allarme e il conseguente appello lanciato a governo e comunità scientifica. «Il protocollo attuale è inapplicabile per il futuro perché troppo impegnativo per le società ma soprattutto per gli atleti». Di qui la preoccupazione di fondo: «Lo abbiamo applicato in una situazione di emergenza per un breve periodo ma immaginare di continuare a farlo fino al termine della prossima stagione, con tamponi ogni 4 giorni, è impossibile. Sarebbe una violenza fisica verso i calciatori. E la mia mente corre ai dilettanti: non sappiamo quando poter farli ripartire».
Altra questione, Lippi direttore tecnico delle nazionali, Gravina spiega: «Il pranzo? Con Marcello capita spesso, c'è un rapporto di amicizia consolidato in tanti anni di attività. Con Mancini non c'è nessun problema, il rapporto è molto forte e solido. La prossima volta lo invitiamo».
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