Combattere il fenomeno dei cori razzisti negli stadi italiani, se necessario, "anche col Var". È l'ultima idea di Gabriele Gravina. In un'intervista a Sky Sport, il presidente della Figc ha commentato quanto successo durante Bulgaria-Inghilterra, match di qualificazione agli Europei sospeso due volte a causa dei "buu" urlati dai tifosi bulgari ai giocatori di colore della squadra ospite.
"Quanto avvenuto a Sofia - ha detto il capo della Federcalcio - è la dimostrazione di un fenomeno diffuso, ricordo qualche fenomeno avvenuto in Italia qualche settimana fa, e tutti hanno gridato allo scandalo come se il nostro Paese fosse l'epicentro del problema". In effetti, i cori discriminatori si sentono in molti Paesi europei, Inghilterra compresa (dove però si puniscono i responsabili). "È un fenomeno ignobile da condannare con grande fermezza: servono severità e durezza", l'auspicio del presidente della Figc Gravina, secondo cui è necessario "unire tutte le energie per avere una reazione della politica sportiva ma anche di quelle dei governi".
È per questo che la Federcalcio ha "presentato al ministro dello Sport Spadafora un'ipotesi verso un nuovo protocollo di collaborazione col ministero dell'Interno". Tre le aree di intervento individuate, partendo da "educazione e formazione" e "applicazione di norme molto severe con sanzioni molto severe", arrivando quindi al "coinvolgimento diretto delle società".
Ma come identificare concretamente gli autori dei canti discriminatori? Gravina lancia un'idea originale. "Non ho intenzione di abbassare la guardia, mi stupisce che a volte alcuni cori vengono percepiti e altre volte no.
Se tutto questo non è normale, adotteremo il sistema Var anche per i 'buu'", ha spiegato il presidente della Figc, per il quale bisogna fare come "nelle altre nazioni", dove "si applicano puntualmente le sanzioni. Noi dobbiamo superare il limite, sanzionare in tempo reale", ha concluso.
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