14 aprile 2017 - 21 luglio 2018, 15 mesi per spendere - o buttare? - 860 milioni di euro. È la cifra totale che secondo il portale Calcio & Finanza avrebbe speso e/o impegnato il presidente uscente del Milan, Yonghong Li. In queste ore, l'ormai ex proprietario del Milan sta subendo passivamente il lavoro svolto dal fondo Elliott, che si prepara a rilanciare il club con abbondanti iniezioni di liquidità e una riorganizzazione complessiva degli asset societari. D'altronde, il presidente del fondo Paul Singer dispone di asset per complessivi 35 miliardi di dollari. Soldi che avrebbero fatto comodo all'imprenditore cinese.
Il 21 luglio sarà il grande giorno del nuovo cda del Milan. Con il quale la società rossonera rinnoverà la composizione del consiglio, estromettendo dal controllo della società tutti i rappresentanti di fiducia di Yonghong Li. Che, per Calcio & Finanza, chiuderà la sua breve esperienza da massimo dirigente rossonero con un record poco invidiabile: quasi 860 milioni spesi o impegnati in appena 15 mesi. Una cifra stratosferica, alla quale si arriva sommando l'investimento iniziale ai vari aumenti di capitale varati in corso d'opera per coprire le spese di gestione e per il rifinanziamento dei vari prestiti ottenuti sul mercato.
Il processo di "autodistruzione" di Yonghong Li comincia il 5 agosto 2016, quando la Sino-Europe dell'imprenditore cinese firma con Fininvest un contratto preliminare per la compravendita del club (valore 740 milioni di euro compresi debiti per 220 milioni). Li versa una prima caparra da 100 milioni. Il closing non arriva subito e viene rinviato al 3 marzo 2017. Li versa a Fininvest un'altra caparra da 100 milioni, il contratto scade e per riprendere la trattativa Li investe altri 50 milioni. La Sino-Europe viene soppressa dalla Rossoneri Sport Investment Lux, un'altra società facente riferimento a Li, che per completare il closing si fa prestare 303 milioni di euro dal fondo Elliott. La telenovela si chiude il 13 aprile 2017: finalmente, il Milan è di Yonghong Li. Il corrispettivo complessivamente versato nelle casse di Fininvest, come da bilancio, è di 606 milioni di euro, a cui aggiungerne altri 10 a carico dello stesso Yonghong Li per la gestione delle attività ordinarie del club: totale, 616 milioni.
Questo solo per l'acquisto delle quote societarie. Poi ci sono le spese di gestione da finanziare attraverso gli aumenti di capitale. Se ne contano due. Il primo è da 60 milioni di euro. Li riesce a onorarlo con le sue forze tra il luglio 2017 e il marzo 2018, anche se in più tranches. Ma il Milan è una groviera che fa acqua da tutte le parti. Servono soldi freschi per iniettare linfa vitale negli ingranaggi della mastodontica macchina organizzativa milanista. Dunque serve un secondo aumento di capitale, sempre da 60 milioni. La prima tranche da 28 milioni è coperta da Li con le sue forze, non la seconda da 32 milioni che viene anticipata dal fondo Elliott. Soldi che Li non riesce a rimborsare entro i tempi stabiliti, perdendo di fatto il controllo del club.
Ricapitolando, secondo Calcio & Finanza Yonghong Li avrebbe impiegato complessivamente 524 milioni di euro tra investimento totale e anticipazioni di Huarong sul patrimonio di Li. Tuttavia, la cifra sale a 859 milioni se si considerano anche i soldi "impegnati" con il fondo Elliott e non (ancora) restituiti, cioè i 303 milioni citati all'inizio e i 32 costati a Li la proprietà dei rossoneri. Un'avventura finita male.
L'ultima carta tentata da Li per non perdere tutto sarà il ricorso al Tribunale del Lussemburgo: l'obiettivo sarà di vedersi riconoscere una parte dell'esborso che il fondo Elliott potrebbe ricevere in futuro da un nuovo acquirente. Anche se, alla luce delle ultime notizie, sembra proprio che il capo di Elliott voglia gestire in proprio il club.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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