Non un gran week end per il gruppo sportivo Exor and Co. La Juventus le busca dal Real Madrid e la Ferrari vince soltanto al sabato, Allegri e Binotto sono gli artefici di una fine settimana di scarsa gloria. La squadra di football è stata smascherata nei suoi limiti già evidenti nella scorsa stagione. Inesistente idea di football vero, molta improvvisazione secondo stile del tecnico livornese, ritmi e gioco ordinario e la nota di Perin migliore della comitiva che ha concluso le vacanze americane. Juventus come prima, più di prima, tra infortunati e sfortunati, dubbi sulla preparazione condizionati da questa trasferta commerciale e politica, alle prese con il guaio Pogba (e si è aggiunto McKennie, fuori almeno un mese per la spalla) e un mercato da definire pur sempre nelle esigenze di bilancio che va equilibrato nel prossimo triennio e questa è la partita più difficile.
La Juventus vista o intuita conto il Real Madrid non consegna alcuna speranza di censo internazionale, così come la visione della Community Shield di Leicester allontana la Juventus dal resto del circolo Superleague. Il problema resta tecnico, o meglio del tecnico.
Al di là della spavalderia e dell'onestà professionale, Massimiliano Allegri non sembra poter garantire la svolta necessaria perché la squadra ritorni al suo periodo migliore, di risultati intendo anche se la Juventus più sfacciata e aggressiva è stata quella del triennio di Antonio Conte. Per ora trattasi di propaganda elettorale ma le notizie dall'America provocano più preoccupazioni che speranze.
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