Quel club ex ricchi finiti in povertà

Il Guangzhou, ultimo di una lunga serie...

Quel club ex ricchi finiti in povertà
00:00 00:00

«La festa è finita, gli amici se ne vanno. Che inutile serata (...)». In Cina i tifosi del Guangzhou Fc non conoscono la canzone di Umberto Bindi, ma si ricordano i successi con Marcello Lippi (nella foto) e Fabio Cannavaro che, quando i tigrotti della «Juventus d'Asia» facevano faville, rimpinguarono il conto in banca accettando la panchina del club più vincente della Chinese League. Glorie passate. La triste realtà è nel comunicato della locale Federcalcio che ha depennato la società da ogni competizione; uno smacco per chi ha vinto due edizioni della Champions League d'Asia (2013 e 2015) e sette volte (dal 2011 al 2017) il campionato.

Poi, anno dopo anno, un bilancio dal rosso incolmabile, fino all'impossibilità di far fronte alle spese della stagione 2025. Triste parabola: prima lo sfarzo della metropoli pallonara con ponti d'oro offerti ai brasiliani Paulinho e Luiz Felipe Scolari, ora la bancarotta sotto i ponti dove troveranno riparo solo i baby eroi del settore giovanile.

Il comunicato ufficiale con inchino e richiesta di perdono: «A causa dei pesanti oneri finanziari, il club non è riuscito a saldare i debiti entro la scadenza. Esprimiamo le nostre sincere scuse».

Ma la storia della bancarotta del Guangzhou Evergrande (colosso immobiliare finito in disgrazia per la crisi del mattone in Cina) è solo l'ultima (l'ultima?) di una serie di illustri crac economici-pallonari: i Rangers scozzesi; lo Steaua Bucarest; gli inglesi del Portsmouth (dall'inferno del fallimento, al paradiso del bilancio in attivo grazie ai tifosi) e altri rinati dalle proprie ceneri, come un'araba fenice che sopravvive alle fucilate dei deficit aziendali. Nel nostro Paese, dal 2000 ad oggi, sono 190 le società calcistiche fallite. Si sparisce in un attimo, ma per riapparire ci vogliono anni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica