Hooligans alla francese, Ligue 1 in ostaggio

Ancora caos e violenze, club nel mirino: "Zero controlli, pensano solo ai soldi"

Hooligans alla francese, Ligue 1 in ostaggio

Sotto choc c'è un intero Paese, dopo l'ennesimo episodio di follia della domenica calcistica transalpina. Kylian Mbappé, Lionel Messi e Neymar non bastano più, per guardare alla Ligue 1 con entusiasmo; sentimento a cui va via via sostituendosi la paura di molte famiglie di andare allo stadio. Il nuovo caso, esploso dopo il derby degli Olympique, costringe infatti la Francia a interrogarsi sui nuovi hooligan d'Europa: francesi, per l'appunto. Autoctoni, temibili, armati di tazze e caricabatterie, possono contare su una sicurezza quasi inesistente sugli spalti, annacquata dalla voglia dei club di non complicarsi la vita. È così da mesi, se non anni. «Seri e ripetuti incidenti che stanno distruggendo l'immagine del campionato in Francia e a livello internazionale», ammette la Federcalcio francese.

Nel mirino non c'è solo l'ennesima bottiglietta lanciata, quella che domenica ha colpito il giocatore Dimitri Payet in Lione-Marsiglia nel derby della tensione già stoppato lo scorso agosto; stavolta partita interrotta, poi sospesa, 4 fermati grazie alle telecamere incluso il 32enne autore del lancio. Preoccupa il nuovo kit del tifoso il cui uso improprio (violenze dentro e fuori dagli stadi) è diventato triste costante da fine estate. Calcio transalpino ostaggio delle teste calde o c'è dell'altro?

Per indagare il fenomeno, e capire se sia stato il Covid-19 a far impazzire pezzi di tifoserie tornati in curva dopo le chiusure, sociologi interpellati. E politici propensi a ipotizzare che forse Parigi abbia sottovalutato un fenomeno che sembrava appartenere a un'altra epoca (e latitudine): «Non possiamo assistere in Francia alla deriva di questo sport come l'abbiamo conosciuta un tempo in Inghilterra», tuona il candidato alle primarie della destra per l'Eliseo Xavier Bertrand. Il governo, sotto pressione, è intervenuto ieri con la ministra della Sport Roxana Maracineanu: «Sanzioni e presa di coscienza generale immediata di tutti, cambiamo i regolamenti», dice l'ex campionessa di nuoto, dando addosso ai tifosi fuori controllo. Ma pure alle società.

Club sotto accusa, più attenti agli incassi che alla sicurezza di spettatori e calciatori. E persino un appello al presidente Macron dal sindaco della banlieue di Poissy ex cronista sportivo di Canal+ Karl Olive: «Troppo lassismo, stiamo danneggiando la Francia, servono controlli d'identità». Il principale quotidiano sportivo, l'Équipe, parla di «cancrena».

Oggi riunione d'emergenza tra le autorità calcistiche e il ministro dell'Interno: contromisure nazionali a partire da nuove regole sulla sospensione delle gare. Il Lione per ora se l'è cavata con porte chiuse allo stadio fino all'8 dicembre. Tra indignazione nazionale, preoccupazione e giudizi tranchant.

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