Nonostante tutto la Juventus va in Champions. Grazie all'Atalanta che batte la Roma nel posticipo dopo che i bianconeri avevano offerto l'ennesima prova imbarazzante nel girone di ritorno. Un punto con l'ultima in classifica strappato in pieno recupero e sommerso dai fischi dello Stadiuma. Inevitabili perché prima di ieri, la già retrocessa Salernitana aveva vinto due sole partite in tutto il campionato e nessuna nel 2024. Ebbene: la Juventus ha inseguito fino al 92', quando sulla solita azione d'angolo (fotocopia di quella che le aveva permesso di battere il Frosinone in pieno recupero) Rabiot ha trovato il miracoloso pareggio. I bianconeri vengono così raggiunti dal Bologna al terzo posto, in attesa dello scontro diretto di lunedì prossimo.
Allegri lascia in panchina Chiesa e Yildiz, entrambi non al meglio, per affidarsi a Kean e Vlahovic in attacco. Al posto dell'infortunato Danilo («recuperabile per la finale di Coppa Italia di mercoledì») c'è Rugani. Dovrebbe bastare per mettere subito sotto la Salernitana, invece lo Stadium non può fare altro che spaventarsi e rimanere senza parole. I tifosi della curva Sud avevano già deciso di scioperare in settimana, gli altri no ma la situazione quasi lo impone. I campani viaggiano a velocità doppia, arrivano sempre per primi sulle seconde palle e non regalano un contrasto che sia uno. La Juve, reduce da quattro pareggi di fila, pare un pulcino bagnato: dal cielo viene giù un temporalone, ma è l'atteggiamento dei padroni di casa che sconcerta. Risultato: dopo una traversa colpita da Vlahovic (bravo Fiorillo), gli ospiti passano in vantaggio appena prima della mezzora grazie a un colpo di testa di Pierozzi su angolo dell'ottimo Sambia. Juve in bambola, senza idee e con le gambe fattesi di marmo: Locatelli non azzecca una giocata, idem Kostic e McKennie, quest'ultimo sovrastato dall'onnipresente Sambia. Addirittura, la squadra di Colantuono potrebbe raddoppiare se solo Szczesny non uscisse a valanga evitando per un soffio il calcio di rigore - su Ikwuemesi, ben servito in contropiede da Tchaouna. Eccezion fatta per Cambiaso (palo esterno) e pochi altri (Bremer, per esempio), la Signora arranca e rischia di crollare, venendo ovviamente accompagnata negli spogliatoi all'intervallo da una valanga di fischi.
Allegri ovviamente propone una rivoluzione al rientro in campo, chiedendo innanzi tutto a Chiesa di dare la scossa. Il numero 7 invita Vlahovic a presentarsi tutto solo davanti a Fiorillo, ma il suo tocco finisce fuori di poco: da lì in avanti comincia un vero assedio, con l'azzurro scatenato.
La panchina bianconera si svuota di tutti gli attaccanti, Fiorillo dice di no a Milik e Yildiz, Allegri non sa più che pesci prendere: Miretti colpisce la traversa e pare tutto finito. Fino al recupero, quando Rabiot trova il pareggio. L'ultimo colpo di scena arriva però dalla parte opposta, quando Basic si divora l'1-2. Nonostante tutto la Juventus va in Champions.
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