Lewis come Carl. Lewis come Hamilton. Tempi, luoghi, velocità diverse, ma un piede quasi unico. Almeno per lo sport personale: veloce proprio come il vento.
Andiamo in ordine temporale: per primo a Frederick Carlton Lewis, detto Carl. Ex velocista e lunghista statunitense, nato a Birmingham nel 1961. Nei dodici anni che intercorrono tra il 1984 e il 1996 vince dieci medaglie olimpiche in quattro partecipazioni, guadagnandosi il titolo di “figlio del vento”.
Oro nei 100 metri piani, nel salto in lungo, nella staffetta 4x100. Dai mondiali del 1983 alle olimpiadi di Los Angeles del 1984 il salto è breve e le aspettative altissime. Non deluse, con un totale di quattro medaglie d’oro pari solo a quanto fatto nel 1936 da Jesse Owens.
Con il connazionale Mike Powell diede vita a un emozionante duello tutto statunitense in più di una occasione, durante un intero lustro agonistico.
Alla stessa maniera Lewis, Hamilton di cognome, ha dato vita per un lustro con i suoi compagni di scuderia a intense bagarre: Nico Rosberg prima, Valtteri Bottas dopo. Unici in grado di competere per mezzi e costanza: e qualche volta batterlo, come accaduto nel 2016 dal figlio di Keke. Sei titoli mondiali raccolti in dodici anni (per ora) di Formula1, dall’esordio con la McLaren nel 2007.
Di nuovo l’ex velocista, per questioni etiche: nel 1990 dichiarerà di essere diventato vegano. Stessi passi per il campione di Formula1, che in questi mesi ha più volte calcato la mano sulla tematica alimentare e ambientale dopo la sua “conversione” alla dieta vegan.
Infine, la musica: per entrambi una breve parentesi come cantanti. Un singolo per Carl Lewis, e una comparsa da rapper con Christina Aguilera per Hamilton. Insomma, non è solo un nome a unire i due figli del vento.
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