Sono quasi coetanei ma hanno vissuto esperienze molto diverse in panchina. E ora sono i tecnici rivelazione di quest'inizio di serie A, conquistando i risultati più sorprendenti dei primi 180 minuti.
Paolo Vanoli, dopo aver portato il Venezia nel massimo campionato, ha deciso di accettare la proposta del Torino: subito un punto (e rammarico per i due gol di vantaggio sprecati) a San Siro contro il Milan, poi la vittoria sull'Atalanta dopo la contestazione al club per la cessione di Buongiorno e Bellanova e +3 per i granata rispetto alla passata stagione. Fabio Pecchia non ha fatto come a Cremona due anni fa. Stavolta ha deciso di restare a Parma dopo la promozione in A: il pari contro la Fiorentina e 90 minuti dopo il successo sui rossoneri di Fonseca il suo biglietto da visita. Roberto D'Aversa aveva invece lasciato in malo modo il palcoscenico più prestigioso: licenziamento immediato a marzo da parte del Lecce per una testata a fine partita all'attaccante avversario Henry. L'Empoli ha deciso però di dargli una nuova chance dopo pochi mesi, pur sapendo che nelle prime 4 gare non sarebbe stato in panchina per squalifica. E con il suo vice Sullo a guidare la squadra, il pari casalingo con il Monza e poi il colpaccio all'Olimpico contro la Roma. L'anno scorso dopo 180' i toscani erano a quota zero.
Tre storie diverse, si diceva. Vanoli è stato a lungo un tecnico Figc: in sette anni è stato Ct e vice dell'Italia dall'Under 16 alla 19, arrivando poi nello staff di Ventura nella nazionale maggiore. Poi la chiamata di Conte di cui è stato collaboratore tecnico al Chelsea e all'Inter. La prima avventura da allenatore a Mosca con lo Spartak finita dopo un solo anno, pur con la Coppa vinta, a causa del conflitto russo-ucraino.
L'avvocato di Formia Pecchia, fedele ai suoi principi impressi nella tesi «Allenare comunicando» discussa a Coverciano, ha studiato con Benitez di cui è stato vice al Napoli, al Real e al Newcastle. Lasciato lo spagnolo, approda al Verona che porta subito in A retrocedendo però l'anno successivo. Una breve esperienza in Giappone con l'Avispa Fukuoka, poi quella in C con la Juve Under 23 e lo storico successo nella Coppa Italia di categoria. Cremona e ora Parma, reduce da una stagione con sole 4 sconfitte.
D'Aversa, nato in Germania da padre abruzzese e mamma pugliese, da giocatore a Mantova è stato allenato persino da Costacurta.
A Parma ha conosciuto gioie e dolori della panchina, poi la sfortunata esperienza con la Samp e quella col Lecce finita in anticipo per quella condotta violenta di cui l'allenatore si è pentito. Una nuova occasione in una piazza dove il calcio si vive con passione e senza stress.
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