È una vittoria che resterà negli annali ed è probabile che Mathieu Van der Poel un giorno la mostrerà anche ai nipoti. Intanto il 28enne olandese festeggia in nome del nonno. Un nonno importante e di peso che sessantadue anni fa (nel 1961) vinse in via Roma, sempre il 18 marzo, la Sanremo. Il nonno si chiamava Raymond Poulidor, che per via dei suoi innumerevoli piazzamenti al Tour de France, si guadagnò il titolo di eterno secondo: poco importa che abbia vinto un centinaio di corse.
Ti aspetti un fenomeno e puntuale si palesa. In pole position c'erano il bimbo sloveno Tadej Pogacar, il belga volante Wout Van Aert e il figlio e nipote d'arte Mathieu Van der Poel: tutti e tre si ritrovano lì a giocarsi l'edizione numero 114 della Sanremo, partita per la prima volta nella storia da Abbiategrasso (che bella partenza, che bella festa, che bello smacco per Milano). Con questi tre tenori, il nostro portabandiera, Filippo Ganna, si supera mostrando al mondo che non è solo e soltanto un fenomeno nelle prove contro il tempo, ma ha margini di miglioramento anche nelle corse in linea e, ragionevolmente, con questa condizione può ambire ad essere protagonista nelle prossime classiche del nord.
È la solita Sanremo, bella e adrenalinica, che stappa il proprio Astoria sul Poggio, dopo una corsa velocissima per via di un vento violento che soffia alle spalle dei corridori. Nei dieci minuti più adrenalici del ciclismo mondiale, Mathieu Van der Poel lascia che Pogacar sfoghi le proprie embizioni, aspetta che l'amico rivale Van Aert si riporti sullo sloveno e sul meraviglioso Ganna, poi prende tutti in contropiede appena prima di scollinare. È il colpo del ko, che lascia senza fiato. Guadagna una manciata di secondi e per i tre inseguitori non c'è altro da fare che inseguire il posto d'onore, che finisce al nostro granatiere di Vignone.
«Sono contento di averla vinta nel modo più bello dice l'olandese, 41ª vittoria in carriera su strada, dopo aver ringraziato i suoi compagni e aver baciato la fidanzata -: non sono in tanti ad arrivare da soli su questo traguardo».
Felice è anche Pippo Ganna, per la prima volta sul podio di una classica al debutto come punta: l'Italia non ci saliva dal 2018, quando vinse Vincenzo Nibali.
«Sono contento ma anche un po' rammaricato: forse potevo fare di più, ma ho avuto paura di seguire Van der Poel, era la prima volta che mi trovavo in quella situazione e non sapevo come avrebbero reagito le mie gambe. Essere rimasto a ruota di Pogacar sul Poggio mi dà molto morale in vista delle classiche». Una l'ha già cerchiata di rosso: la Parigi-Roubaix.
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