Ci si mette anche la grandine. Come se non bastassero le salite in serie e le pendenze super esigenti a chiudere un trittico dei Pirenei da urlo. Chicchi grandi come palline da ping pong e una furia di vento, acqua e ghiaccio: dall’afa dei 35 gradi al gelo dei 10 dell’arrivo. L’ultima ascesa che arrampica fino ad Andorra Arcalis incorona Tom Dumoulin. L’olandese della Giant Alpecin è il migliore della fuga a 21 scattata dal mattino. Dopo la Vuelta solo sfiorata nel 2015, beffato da Aru, e i giorni in rosa al Giro di quest’anno, arriva l’impresa al Tour de France. Dumoulin saluta la compagnia ai piedi della salita finale e va a vincere in mezzo alla tempesta. Alle sue spalle, staccati di 38 secondi, Rui Costa e Majka in maglia a pois. Il polacco cerca di rendere meno amara la giornata della Tinkoff, all’ultimo Tour della sua storia, dopo il ritiro del capitano Alberto Contador. Il Pistolero, dopo giorni di sofferenze per le due cadute nei primi giorni, si arrende alla febbre e al dolore. Ritiro per lo spagnolo.Il gruppo dei favoriti alla vittoria finale arriva compatto fino all’ultima rampa. E dove non riescono gli scatti, ci si mette il fortunale. Froome, come già ieri, in salita non riesce a fare la differenza. Scatti, allunghi e accelerazioni non scremano troppo la compagnia. Chi si stacca immediatamente è Fabio Aru. Il sardo, scortato da Vincenzo Nibali, perde subito contatto e poi tenta di limitare i danni. Sarà un minuto esatto in cima, un passo falso nella corsa al podio di Parigi. «È stata una giornata tremenda - racconta il siciliano al traguardo -: questa grandine faceva malissimo. Dispiace che Fabio Aru abbia perso un minuto circa da Froome. Domani ci riposiamo; poi vedremo cosa fare». Gli altri non mollano. Con la maglia gialla resta - incollato come un’ombra ma senza mai tentare un affondo seppur pallido - il solito Nairo Quintana. Brillante la maglia bianca di Adam Yates che rimane leader dei giovani e nonostante l’incidente con lo striscione dell’ultimo km è lì a 16 secondi in classifica. Nessun cedimento nemmeno per Daniel Martin e Richie Porte. Lasciano sul terreno una ventina di secondi Bardet, Mollema, Meijnties e Rodriguez.
Qualcosa in più Van Garderen. Domani l’agognato riposo, dopo 10 giorni corsi a perdifiato. Si riparte martedì con due tappe piatte, ma già giovedì si arriva sul Mont Ventoux. Prima delle Alpi c’è ancora tanta strada da fare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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