Inglesi "comunitari": la rivoluzione del calciomercato

La richiesta di Lega e Figc al Coni. Ma si rischia un altro caso "Nakata"

Inglesi "comunitari": la rivoluzione del calciomercato
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La richiesta è della Lega Calcio e la Figc l'ha fatta sua e inoltrata al Coni, che probabilmente la discuterà già stamane: considerare comunitari i calciatori del Regno Unito, diventati extracomunitari dacché Londra è uscita dall'UE (31 gennaio 2020). Un'idea che prende spunto dagli accordi di cooperazione commerciale tra l'Unione Europea e la Gran Bretagna. A suo modo, sarebbe una piccola rivoluzione per il calciomercato, anche se non sono molti (quasi sempre per ragioni di costo) i giocatori britannici nel mirino delle nostre squadre (attualmente in Serie A ce ne sono 10: 7 inglesi e 3 scozzesi).

Solo la scorsa settimana, il presidente del Napoli aveva vivacemente attaccato i colleghi Malagò e Gravina sulla questione extracomunitari, perché ha sostenuto - limita l'operatività dei club italiani, in particolare sui mercati sudamericani.

Ricordiamo che il Coni e le federazioni hanno disciplinato la materia, spinosa da sempre, sulla scia della legge Bossi-Fini. In Serie A, per esempio, tra complessità e distinguo, è possibile comprare al massimo 2 giocatori extra UE per stagione (3 se nel campionato precedente se ne aveva 1 solo tesserato). Per questo, per esemplificare, quando il Milan ha acquistato Okafor (un attaccante), si è capito che sarebbe poi arrivato il nigeriano Chukwueze e non l'iraniano Taremi (un attaccante), perché il club aveva un solo slot libero per i giocatori extra UE (Okafor peraltro è svizzero, ma con la Svizzera esiste proprio un accordo di equiparazione come quello che si vorrebbe per i britannici). L'altro slot extra UE era infatti già stato occupato dall'inglese Loftus-Cheek.

Eccolo il punto. Il mercato indirizzato anche dalle regole. Per questo motivo, anche se c'è chi ipotizza che la richiesta della Figc se accolta - potrebbe entrare subito in vigore, logica vorrebbe che l'equiparazione arrivasse nella sessione invernale. Si eviterebbero facilmente polemiche, altrimenti scontate. Non saremmo al punto della storica riqualificazione di Nakata (stagione 2000-01, quando a maggio venne improvvisamente abolito il tetto di 3 giocatori extra UE fra campo e panchina), ma di sicuro ci sarebbe chi potrebbe lamentarsi per il cambiamento a mercato aperto.

A margine del Consiglio federale che ha deliberato di inoltrare la richiesta al Coni, il presidente Gravina ha annunciato che nella prossima stagione saranno anticipati i termini di iscrizione al campionato, attualmente fissati al 31 maggio. «Ogni anno c'è sempre lo stesso problema, per questo pensiamo che sia meglio anticipare al 30 aprile». Gravina ha ribadito che non è intenzione della Figc (e della Lega) di modificare il format dei campionati, allargando per esempio a 21 squadre la Serie B, per favorire l'inserimento del Lecco, ma ha anche ammesso di non poter garantire che la stagione agonistica partirà regolarmente.

«Aspetteremo i ricorsi, entro il 29 di agosto conosceremo l'esito definitivo. È vero però che dopo il Tar c'è anche la possibilità di andare al Consiglio di Stato. Quindi non posso garantire che non ci saranno ritardi».

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