
Nemmeno lo spavento che l'Inter ha appena corso contro il Monza può indurre a pensare che il Feyenoord possa segnare 3 gol a una squadra che ne ha subìto appena 1 in 9 partite di Champions League e che nel suo stadio non prende gol da 6 partite consecutive e anzi ne ha vinte 5 di fila. Tanto più che il povero Van Persie, allenatore orange, ha perso altri due giocatori per infortunio: Paixao, che fece ammattire il Milan, e Osman, il migliore dei suoi nella partita di andata.
Stasera l'Inter farà turnover massiccio, anche se a parole Inzaghi dice di «preoccuparsi più dello stato di salute dei miei giocatori che del prossimo impegno di campionato». Viva la diplomazia, resta che cambia almeno mezza squadra: fuori De Vrij e Bastoni, Lautaro, Arnautovic e Barella, più il portiere Martinez, perché Sommer torna al suo posto, ristabilito a tempo di record. Nessuna sorpresa invece per Zielinski, accasciatosi sabato sera, pochi istanti dopo l'ingresso in campo: strappo muscolare al polpaccio, rientro non prima di maggio, salvo complicazioni. «Un brutto colpo, perché stava crescendo e in questa fase sarebbe stato molto utile», ammette Inzaghi, tentato dall'impiego part time anche di Thuram («convive da un mese con un dolore alla caviglia, fatica ad allenarsi e gioca con gli antidolorifici») e Calhanoglu.
«Il risultato dell'andata non conta, in Europa non bisogna mai dare nulla per scontato», sottolinea il tecnico, che stasera guiderà l'Inter per la 200ª volta. Nessuno nella storia del club ha una percentuale di vittorie migliore della sua, 132 su 199 partite (66,33%) meglio di Conte (64 su 102, 63,75%) e di Mourinho (67 su 108, 62,03%). Curiosità dentro il primato: Lautaro è il giocatore più presente nelle 199 partite di Inzaghi, con 188 presenze (poi Barella 184, Dumfries 168 e Bastoni 166). Con la vittoria dell'andata, Inzaghi è diventato anche l'allenatore nerazzurro ad avere vinto più partite in Champions League/Coppa Campioni: 22 (Mancini 21 ed Herrera 20, ma con 2 trofei).
Esageriamo con i numeri: alla quarta stagione con l'Inter e il contratto in scadenza nel 2026, Inzaghi è oggi il sesto allenatore con più presenze ed entro maggio scavalcherà Eugenio Bersellini (207) e l'ungherese Weisz (212), diventando quarto alle spalle del Mago (366 partite in 9 stagioni), di Mancini (303 in 6, già si giocava di più) e del Trap (232 in 5 anni). Se rinnovasse il contratto oltre l'attuale scadenza, Inzaghi avrebbe evidentemente l'opportunità di riscrivere la storia, ma finora l'argomento non è mai stato trattato col presidente Marotta né tantomeno con i rappresentanti di Oaktree.
I successi ottenuti, e quelli che ancora potrebbe ottenere, posizionano Inzaghi fra gli allenatori più seguiti del calcio europeo. Probabile che la questione rinnovo resti cristallizzata fino al termine della stagione, Mondiale compreso. Poi le parti si incontreranno e le idee dovranno convergere, meglio non dare nulla per scontato.
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