Mai vista tanta differenza in Serie A. L'Inter è forte, si sa; in forma, alla sesta vittoria consecutiva, l'ottava nelle ultime 9 partite; quasi certa del titolo, d'inverno e non solo. Ma la Salernitana è l'anticalcio, vale una mediocre Serie B. Non difende, non lotta, nemmeno picchia. Subisce e basta e alla fine può dirsi contenta di avere limitato il passivo a un normale 0-5. Resta da scoprire dove e come abbia messo insieme gli 8 punti che farciscono la sua classifica. Scontato ma inevitabile: facile capire perché gli altri club vogliono che termini la stagione. Ci credono solo i tifosi, che contestano un po' tutti, da Lotito alla federazione, ai fondi che vorrebbero speculare (ma ieri Toro Capital ha fatto sapere di avere 40 milioni pronti per chiudere l'affare), però i tifosi non fanno gol (ne fanno pochi anche i giocatori, in verità: 1 nelle ultime 7; Simy 20 lo scorso anno a Crotone, finora ha segnato 1 volta in 18 gare).
Inzaghi risparmia Skriniar e in partenza anche Martinez, per il resto è la solita Inter. Una manciata di minuti e c'è tutto: un paio di occasioni sbagliate, un rigore reclamato, il primo gol (di Perisic, di testa, dall'angolo di Calhanoglu). Tutto talmente facile che a metà del primo tempo l'Inter si assopisce, quasi senza accorgersene. Prima un velleitario contropiede di Ribery e poi una vera palla-gol del lontano ex Obi, ridanno ai nerazzurri la giusta carica agonistica, che inevitabilmente porta al raddoppio di Dumfries (gran verticale di Brozovic e assist di Dzeko). L'Inter diventa accademica nella ripresa e finisce per umiliare l'avversario, senza alcuna voglia di farlo. Sanchez (azione bellissima), Martinez (in gol per la quinta di fila) e Gagliardini entrano nel tabellino.
Inter bella, per la quinta volta consecutiva senza gol al passivo e con l'annunciata quota 100 (gol segnati) sfondata già nel primo tempo. Anche qui, Inzaghi ha già battuto Conte (48 gol in 18 partite: 2,66 di media, contro 55 in 24: ovvero 2,29). Dettagli che contribuiscono alla differenza di affermazione dei 2 allenatori nel mondo Inter. Conte, juventino dentro, è stato prima subìto e accettato e solo alla fine stimato dal popolo nerazzurro.
Inzaghi, senza colpe nel passato, ha vinto rapidamente tutte le perplessità, imposto un altro gioco a un'altra Inter (più debole, ma sempre la più forte), portandola agli ottavi di Champions e già oggi con 2 punti in più alla fine dell'andata. Il coro che anche allo Stadio Arechi, già sullo 0-0, si è alzato per lui, è tutt'altro che un caso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.