
E se fosse proprio lo scudetto il meno difficile degli obiettivi da raggiungere? La vittoria di Bergamo ha confermato la superiorità dell'Inter verso l'Atalanta (a essere precisi, anche quella di Inzaghi su Gasperini) e il Napoli, che ha vinto appena 1 delle ultime 7 partite, sembra rivale decisamente in fase calante. «Non facciamo calcoli e ce la giochiamo ogni volta. Sappiamo che c'è chi dice che possiamo anche perdere tutto», ha sottolineato un po' stizzito Inzaghi, dopo il primo allungo in classifica della stagione.
Restano 9 giornate: 3 punti non sono molti, ma già pesano. La Champions è affascinante, è il sogno, ma serviranno 5 partite perfette, contro avversari, chiunque capiti, assai più forti di quelli che l'Inter incrocia in Italia. Un sogno, appunto, da coltivare il più a lungo possibile, anche per continuare a restaurare a colpi di milioni il bilancio del club (già 100 quelli guadagnati con il pass dei quarti). Le due partite col Bayern si giocheranno a una settimana di distanza, con l'andata a fare da cuscinetto fra Parma e Cagliari e il Bologna ad arrivare dopo il ritorno. Tanta roba, si può dire?
Scudetto e Champions. Poi ci sarebbe anche la Coppa Italia, che vale meno soldi e meno prestigio e a cui l'Inter potrebbe anche presentarsi col pieno di giovani e riserve, se non fosse che in semifinale la doppia sfida sarà proprio contro il Milan, e allora niente scherzi, o niente calcoli, perché in stagione sono già 3 i derby senza vittorie, Supercoppa compresa. Inzaghi proverà a vincere, ma di certo già sa che non sarà semplice, come difficile sarebbe poi battere in finale proprio il Bologna, presumibile vincitore dell'Empoli. Due sfide che in quanto secche, sempre nascondono più insidie di un torneo lungo come il campionato.
L'Inter di Bergamo ha impressionato, eppure solo la settimana prima aveva fatto molta fatica a battere il Monza. Solo questione di motivazioni? Semplificando, si potrebbe dire che gl'infortuni hanno finito per dare una mano a Inzaghi. Acerbi a 37 anni non ce l'avrebbe fatta a giocare 50 partite come quella di Bergamo, e nemmeno Calhanoglu, tornato insostituibile raccordo delle due fasi di gioco. Diverso il caso di Sommer, Carlo Augusto, Lautaro e Thuram, cui un po' per scelta e un po' per necessità, sono stati risparmiati minuti pesanti. Sarebbe però un'interpretazione semplicistica, approssimativa, perché se un infortunato torna in campo nei tempi previsti e torna in condizione in tempi ragionevoli, significa che dietro la squadra c'è una struttura che funziona, un settore medico che guarisce e dei bravi preparatori che preparano bene. E non è solo un gioco di parole.
La sosta per le Nazionali stavolta sembra dare una mano all'Inter, che per il 30 marzo
dovrebbe recuperare Dimarco e Darmian (non Zalewski), mentre sono da valutare le condizioni di Dumfries, esentato dal viaggio in Olanda per l'infortunio di Bergamo, così come Thuram che ha già lasciato il ritiro della Francia.
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