InterNAZIONALE

Un errore difensivo causa dopo 23 secondi (record europeo) il gol albanese. Poi le reti di Bastoni e Barella e il palo di Frattesi: fanno tutto i nerazzurri

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nostro inviato a Dortmund

È un InterNAZIONALE per l'esordio europeo. Un Ba-Ba con i gol di Bastoni e Barella per i tre punti che ci rialzano dopo l'assurdo choc iniziale. Un'Italia a suo modo di eroi e giganti come aveva chiesto Spalletti, ma una squadra convincente, sostenuta dal blocco interista (quattro titolari), unita come recita la scritta sul colletto della maglia.

La Spagna giovedì vale il primato del girone. Chi l'avrebbe detto dopo neanche un minuto di gioco. L'Italia parte infatti con un record. Al contrario. Infatti il gol dell'Albania dopo ventitré secondi è il più veloce nella storia degli Europei e della storia azzurra. Il primato di cui si sarebbe fatto a meno volentieri lo confeziona una dormita colossale della difesa: la rimessa laterale di Dimarco è il contrario di quello che insegnano nelle scuole calcio, palla indietro che imbarazza Calafiori e libera al tiro Bajrami che infila sul suo palo Donnarumma. Peggior inizio non poteva esserci. Non certo da campioni in carica. Dortmund sembra Tirana, un muro rosso punteggiato dalle bianche qeleshe, tradizionale cappello albanese. Il Westfalenstadion ribolle, ma lo spicchio azzurro c'è. Il paese delle Aquile dovrebbe sapere che l'Italia quando ha lo stadio contro si esalta. Era successo proprio qui contro contro la Germania nella semifinale mondiale nel 2006, era successo a Wembley nella finale contro l'Inghilterra.

E la reazione è proprio da campioni d'Europa. A prendere per mano la squadra sono proprio i reduci di quel trionfo. Chiesa apparecchia subito per Pellegrini che, liberato al tiro dal tacco di Scamacca, non centra la porta. Ma fa capire che l'Italia è viva e in quindici minuti ribalta l'Albania. Testata di Bastoni su assist di Pellegrini; volée di Barella su una palla vagante. Uno-due interista. Se sugli spalti domina il rosso, il campo è colorato di (nero) azzurro: undici con alle spalle sessanta milioni, come da chiamata a raccolta del ct. Dominante l'Italia. Convincente. Spalletti dopo dieci minuti a passeggiare con le mani in tasca davanti alla sua panchina vede materializzarsi i suoi dogma calcistici. Possesso palla per difendersi quando deve rifiatare e feroce riaggressione quando l'attrezzo del mestiere passa nei piedi avversari. Il secondo concetto eseguito alla perfezione porta al palo di Frattesi, altro interista, che avrebbe zittito definitivamente gli albanesi. Decisivo Strakosha che si ripete anche su Scamacca alla prima occasione della sua serata.

La via del gioco è sublimata dalle scelte iniziali: Calafiori e Bastoni sono centrali moderni che sanno tecnicamente costruire dal basso. Pellegrini e Frattesi completano con Barella e Jorginho un centrocampo di qualità. Chiesa ritrova il suo palcoscenico e se stesso. La ripresa è più di gestione, l'esterno bianconero l'accende con un tiro a giro sotto la curva albanese: fuori di un soffio.

Il possesso palla che sfiora il 70%, rivisitazione del tiki taka, inibisce i rivali che fischiano. Manca un gol per definire la superiorità. Il brivido finale grazie a Gigio non ci toglie il sorriso complice anche un invasore di campo.

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