Inventori del tackle in scivolata e (quasi) anche del football

Minatori, rudi, orgogliosi e un po' rivoluzionari. Sherwood nel mito per i suoi interventi. Dalla prima amichevole del '65, Italia sempre ok in gare ufficiali

Inventori del tackle in scivolata e (quasi) anche del football

Questa storia potrebbe anche iniziare con il Mondiale del '66 in Inghilterra. Ci qualifichiamo facile, 6-1 alla Finlandia a Genova, 6-1 alla Polonia a Roma, poi un 3-0 alla Scozia a Napoli. Tutto a posto, tutti tranquilli, Edmondo Fabbri fa e disfa all'ombra di qualcuno più potente di lui in federazione. Almeno questo gira nei corridoi e fra i giornalisti al seguito della Nazionale. Le caterve di gol fanno bene agli italiani, il ct insiste e tira in piedi un calendario di amichevoli in vista del Mondiale con squadre che lasciano giocare e non battono ciglio a incassare nuove vagonate di reti. A Bologna un potente 6-1 alla Bulgaria, a Firenze 5-0 al Messico, in mezzo a Firenze si festeggia il Primo maggio contro il Galles, primo incontro assoluto contro una delle quattro Home Nations con Inghilterra, Irlanda e Scozia. Lodetti fa una doppietta, segnano anche Barison e Nocera che nella ripresa rileva Orlando, finisce 4-1 senza Mazzola, Facchetti, Albertosi, Rosato e Pascutti tenuti a riposo. Non fa grande notizia, l'inconsistenza dell'avversario tiene cauti, nei commenti si legge che allo sventurato Galles viene concessa la rete della bandiera a Brian Godfrey quando mancano una manciata di minuti al novantesimo. Omaggiamo, ospitali e generosi, nessuno si fa male, baci e abbracci al fischio del francese Kitabdjan, una bel pomeriggio di festa. Ma forse per questi avversari serviva un ricevimento di ben altro spessore e più meritato rispetto, la loro storia è iniziata quasi cent'anni prima. Terza nazionale di calcio più datata, primo incontro ufficiale il 25 marzo 1875 a Glasgow contro la Scozia. Ci sono loro al tavolo di un ufficio di Manchester quando il 6 dicembre 1882 vengono definite le regole del calcio che valgono per il resto del mondo e fondano l'International Football Association Board, il monolite.

I gallesi fieri, inferiori a nessuno, quando nasce una disputa sui salari percepiti dai calciatori dilettanti entrano in conflitto con la Fifa e se ne vanno, anno 1928, e subiscono la storica ritorsione, fuori dalle gare eliminatorie delle prime tre edizioni del Mondiale.

Sono i Dragoni, nessun passo indietro e la Fifa, attraverso un bizantino e improvvisato provvedimento, cerca di ristabilire un contatto. Succede nel Mondiale del '58 in Svezia quando il Galles partecipa per la prima volta alla fase di qualificazione. E ancora una volta la politica scivola sul pallone. Nel girone di qualificazione il Galles arriva dietro la Cecoslovacchia, quindi è fuori dalle fasi successive ma nel Medio Oriente c'è un caos indescrivibile, Egitto e Sudan si rifiutano di giocare le loro gare con Israele, la crisi sul canale di Suez ha ripercussioni infinite. La Fifa tenta di tamponare e con una gran lavoro di diplomazie organizza gli incontri in campo neutro ma il rifiuto permane, non resta che decretare le vittorie d'ufficio a Israele, ma sembra assurdo assegnare la qualificazione a una nazionale senza che questa abbia giocato un solo incontro. E così viene deciso di farle disputare una doppia sfida di qualificazione con il Galles che non ha alcun problema ad affrontare Israele. Finisce 2-0 per i gallesi al Ramat Gan Stadium e al Ninian Park di Cardiff. Fanno un buon mondiale, escono ai quarti per un gol di Pelè senza poter schierare il fenomenale centravanti John Charles contro un Brasile che poi vincerà il suo primo titolo.

A quei tempi gioca con la fascia di capitano Alfred Thomas Sherwood, ex minatore che lascia la pala per la palla. Il re dei placcatori in scivolata, un tackle che gli agiografi fanno risalire a lui la primogenitura. L'attaccante avanza palla al piede, lui aspetta il successivo tocco, getta il corpo all'indietro, si trasforma in una marra, con le gambe falcia l'erba e strappa la pelosina all'avversario senza sfiorarlo, fantastico, mai visto prima. Sir Stanley Matthews al termine di un Inghilterra-Galles lo elegge a difensore più forte mai incontrato, praticamente impossibile da superare. L'altro è William Arthur Ronald Burgess, mezza nel Cardiff, naturalmente anche lui ex minatore ingaggiato ancora adolescente mentre gira in calzoni corti, nero e sporco da buttar via. Continua a giocare senza una sola sterlina in tasca, tiene pulita la club house, pulisce le scarpe da gioco ai grandi, lo prendono quelli del Tottenham Hotspur, niente stipendio ma un lavoro meno pesante come operaio metallurgico. Entrambi solo dopo la guerra diventano eroi immortali del Galles che gioca il suo primo mondiale. Gente così.

Poi ce li ritroviamo, un altro 4-1 nelle qualificazioni di Messico '70, altri due 4-0 in quelle europee del 1999 e del 2003 a Milano con

tripletta di Filippo Inzaghi, contro calciatori rudi ma di una correttezza esemplare.

Questa storia potrebbe anche iniziare con le amichevoli di preparazione al mondiale del '66 in Inghilterra e finire così, più dolce, cassandolo.

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