Inzaghi con la Lazio vuole un amarcord diverso. Aspetta ancora Acerbi (e la fine del mercato)

Lo scorso anno all'Olimpico perse 3-1, ora cerca la rivincita oltre gli applausi

Inzaghi con la Lazio vuole un amarcord diverso. Aspetta ancora Acerbi (e la fine del mercato)

Le emozioni più grandi, Simone Inzaghi le ha vissute l'anno scorso, quando fu osannato, festeggiato, anche premiato dai suoi ex tifosi, al ritorno nel suo ex stadio. Sola la sua ex squadra ebbe poco riguardo del passato, rifilando a lui e all'Inter il primo kappao della stagione, ancora più bruciante perché subito con rimonta (da 1-0 a 1-3) e dopo un'ora sostanzialmente dominata. Allora era l'ottava giornata, stavolta l'amarcord arriva prima e anche per questo è un test ancora più interessante per pesare le squadre e valutarne l'umore.

Un'altra mezza settimana è dietro alle spalle e alla fine del mercato ne manca una soltanto: per Inzaghi è più vicino il traguardo dell'organico confermato, invocato a più riprese in questo scorcio di stagione («l'Inter deve restare questa»). Anzi in queste ore si parla di mercato solo in entrata e sarebbe bello oltreché giusto se l'attesa per l'annuncio di Acerbi, ultimo tassello nerazzurro, fosse legata solo alle tradizionali difficoltà che tutti hanno quando devono trattare un giocatore con Lotito.

L'Inter vorrebbe un prestito gratuito, di acquisto non si parla nemmeno, la Lazio vuole un milione. In mezzo c'è Acerbi, disposto a rinunciare a 2 mensilità per favorire il trasferimento a Milano. Sarebbe brutto se invece l'attesa fosse legata al pentolone social che da giorni borbotta contro questa trattativa e se l'Inter aspettasse di capire cosa succede coi tifosi, che rimproverano Acerbi per quella risata amara dopo il gol subito ad aprile, contro il Milan.

Inzaghi vuole Acerbi, l'ha chiesto a Marotta e Ausilio. Lo conosce, si fida, gli piace. L'alternativa sopravvissuta al lungo scouting sarebbe Chalobah, ma il Chelsea vuole troppo anche per il semplice prestito (2 milioni, forse 3: di queste cifre stiamo parlando). Alla fine però Acerbi arriverà, peraltro col beneplacito del tifo organizzato, che - vista l'aria - ha sentito la necessità di spiegare come si fidi dei dirigenti «e che quando qualcosa non ci piace, sappiamo come dirlo». Ultimo esempio: evitare di lanciare cori per Lukaku, cui è stato detto che dovrà guadagnarseli a suon di gol.

Inzaghi ha recuperato o quasi anche Mkhitaryan, che però salterà il personalissimo derby per ritrovare la condizione, già non ottimale al momento dell'infortunio. Un unico dubbio, quindi, tra gli 11 che scenderanno in campo domani sera, ed è il solito. Là dove un anno fa c'era la certezza Perisic, uno di quelli che non mancava mai, ora ogni volta è ballottaggio fra il titolare designato Gosens e le sue alternative (Dimarco, ma persino Darmian). Difficile pensare al tedesco in campo dall'inizio. Per il resto, dovrebbe essere la solita Inter.

Un po' di turnover arriverà poi eventualmente il martedì successivo, quando a San Siro arriverà la Cremonese (già venduti 20 mila biglietti, che si sommano ai 40 mila abbonati). Attesa, ovvia, per il sorteggio Champions, previsto stasera all'ora dell'aperitivo: la terza fascia in cui è scivolata l'Inter difficilmente regalerà un girone amico.

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