"170 euro a biglietto per il secondo anello della curva Stadium: il prezzo ufficiale era 40 euro. Ma li abbiamo spesi lo stesso. Due di noi, però, sono rimasti fuori. Mai più: sono dei balordi". Sei anni dopo, Luca (nome di fantasia) ce l'ha ancora con gli ultras della Juventus. Era il 10 aprile 2013, giorno della sfida di Champions League con il Bayern Monaco. Luca, insieme a quattro amici, era partito in pullman dalla Sicilia per andare a Torino. Tifosissimi della Vecchia Signora, non vedevano l'ora di entrare allo Stadium per assistere alla partita più importante della stagione. Non avevano i biglietti, ma il giorno prima del match il conoscente di uno di loro li aveva tranquillizzati. "Ci penso io. Ho parlato con una persona di su che mi ha detto di averli trovati. Partite pure tranquilli".
Luca racconta: "Dovevamo farci trovare alle 17 del 10 aprile fuori dalla curva sud dello Stadium. Eravamo fiduciosi, siamo arrivati a Torino nel primo pomeriggio e ci siamo fatti un giro turistico per la città. Dovevamo solo aspettare la telefonata della persona che ci avrebbe consegnato i biglietti. La spesa? 40 euro a testa". Con qualche minuto di anticipo, i cinque ragazzi si fanno trovare nel luogo convenuto. Ma il tempo passa. E il cellulare non squilla. 17.15, 17.30, 18. Cominciano a preoccuparsi: "I biglietti ci sono o non ci sono?". Chiamano l'intermediario, che li rassicura: "Un po' di pazienza, sta arrivando". E invece non arriva. Si fanno le 19. La partita si gioca alle 20.45. Quando stanno per perdere le speranze, ecco la notizia choc: "È stato arrestato", "Chi è stato arrestato?", "L'uomo dei biglietti". L'uomo, fermato dalla Digos, è un ultrà della Juventus, un volto noto della curva Scirea.
A questo punto i ragazzi provano il tutto per tutto. Fermano un ultrà. Gli spiegano la situazione. "Venite con me". "Il tizio - spiega ancora Luca - parla con un 'collega'. Che ci rimedia cinque biglietti. In tutto chiede 900 euro. Una follia". I ragazzi parlottano tra di loro. Si sono fatte le 20, ormai manca meno di un'ora al fischio d'inizio. Subito rifiutano, poi decidono di intavolare una trattativa. Alla fine ottengono un piccolo sconto: 170 euro ognuno e si entra. Ma c'è un problema. I biglietti sono solo tre. Chiaramente falsi, o meglio, con il nominativo di altre persone. In barba agli obblighi di legge. "E quindi?", chiedono Luca e i suoi amici. L'ultrà risponde: "Nessun problema: due di voi entrano senza biglietto. Ci penso io". Il gruppo si divide. Da un lato i tre con il biglietto, dall'altro gli altri due sprovvisti del titolo d'ingresso. Accompagnati ai tornelli con la garanzia che sarebbero entrati ugualmente.
Luca e gli altri due ragazzi con il biglietto superano i tornelli e prendono posto in curva. Si fa per dire. Perché, racconta ancora il tifoso bianconero, "abbiamo dovuto sederci sulle scale di emergenza. Evidentemente c'era più gente di quella prevista". La capienza ufficiale dello Juventus Stadium è di 41.507 spettatori. Quel giorno, almeno in curva, forse ce n'era qualcuno in più. Ma non è finita qui. Infatti, all'ingresso, a Luca non viene neppure controllata la carta d'identità. Incrociandola con i dati riportati sul biglietto, sarebbe venuta fuori la verità. E lui, insieme agli amici, sarebbe stato tenuto fuori dallo Stadium. "Per fortuna che durante la partita non è successo niente. Se ho sentito una parlata predominante che facesse pensare alla presenza tra i capi ultrà di esponenti della Mafia o della 'Ndrangheta? A essere sincero direi di no. Ma non mi sono divertito. E non soltanto per la sconfitta".
Quella sera, infatti, la Juventus di Antonio Conte perde 0-2 dando addio alla Champions. Eppure, a qualcuno è andata molto peggio. Abbiamo lasciato in sospeso gli altri due ragazzi della compagnia rimasti senza biglietto e scortati ai tornelli da un ultrà. La verità viene a galla quando Luca esce fuori dallo stadio e li incontra fuori dalla curva. Sono in preda allo sconforto. "Ragazzi, capisco la vostra delusione. È andata male, ma ci rifaremo". Non c'entrano i gol segnati a Buffon da Mandzukic e Pizarro. Che loro due non hanno neppure visto. "Siamo stati fermati all'ingresso. È due ore che vi stiamo aspettando". Ma i 170 euro, a testa, li hanno pagati anche loro. "Capito come è andata a finire? Per carità, colpa nostra che ci siamo fidati", l'autocritica di Luca. Che poi si sfoga così: "In queste condizioni mai più. Ci siamo detti: 'D'ora in poi si parte solo con il biglietto. Altrimenti si resta a casa".
Un'esperienza assurda che testimonia il potere degli ultras della Juventus.
Sei anni dopo, 12 capi ultrà bianconeri sono stati arrestati per associazione a delinquere e altri reati: tra le accuse, quella di ricattare esponenti della Vecchia Signora per continuare a gestire il bagarinaggio. Attività con cui il capo dei "Bravi ragazzi", Andrea Puntorno, ha raccontato di essersi comprato due case. Speculando sulla sana passione di quei tifosi, come Luca e i suoi amici, che hanno speso una fortuna per (non) vedere una partita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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