Italia, la grinta di un toro che attacca se vede rosso

E se vinciamo, in semifinale ancora gli elvetici o la Roja. Ma prima dobbiamo imbrigliare Lukaku

Italia, la grinta di un toro che attacca se vede rosso

C'è un effetto cromatico che sta colorando l'Europeo dell'Italia. Il pensiero corre subito all'azzurro, ovviamente, ma c'è un filo rosso che sta legando il cammino della squadra di Roberto Mancini. Turchia, Svizzera, Galles e Austria. Tutte vestite di rosso, tonalità e sfumature differenti per le prime maglie. Che poi abbiano giocato contro di noi con la maglia da trasferta, poco cambia. Dagli ottomani ai rossocrociati, dai dragoni rossi al das team, l'Italia finora ha sempre e solo visto rosso e ha sempre e solo vinto. Stasera ci toccano i diavoli rossi del Belgio. E se dovesse andare per il verso giusto contro Lukaku e soci, ci aspetterebbero le furie rosse della Spagna o di nuovo la Svizzera. Per gli scaramantici e per gli irriducibili ottimisti dall'altra parte del tabellone ne sono rimaste due che vestono il rosso: Danimarca e Repubblica Ceca. Una sarà sicuramente in semifinale. E rossa dovrebbe essere da tradizione la seconda maglia dell'Inghilterra se mai il sorteggio l'assegnasse in trasferta nell'eventuale finale di Wembley.

Il pensiero corre troppo in là, meglio concentrarsi sul Belgio e non alla sua emergenza con Eden Hazard e De Bruyne alle prese con un complicato recupero. Si gioca in Germania, terra dell'ultimo trionfo azzurro. Ma si gioca a Monaco di Baviera, dove la Nazionale d'oro del 2006 non è mai passata durante la sua cavalcata. Enclave di immigrati italiani di prima o seconda generazione, stasera daranno una mano agli azzurri. E pensare che ci giocheremo la qualificazione in casa dei panzer già eliminati aumenta l'orgoglio dei nostri connazionali.

Due muri contro, che fondano la loro forza sull'esperienza. Se il duello è Lukaku contro Immobile, molto si giocherà sulla forza della difesa. Il Belgio non ha mai incantato finora se non nel quarto d'ora con cui ha ribaltato la Danimarca dopo aver sofferto clamorosamente. L'Italia dovrà avere la forza di andare a pressare alto gli avversari, come le è riuscito nelle prime due partite. Stavolta dovrà guardarsi anche alle spalle cercando di non innescare la progressione di Lukaku o di impedirgli di fare da boa.

Italia-Belgio è una sfida che fa contente le altre rimaste in gara, perché è una sorta di finale anticipata. Il ranking e non solo davano i De Bruyne e soci tra i favoriti: squadra matura arrivata a una delle ultime occasioni per far fruttare una generazione d'oro. Le ambizioni dell'Italia sono cresciute di pari passo con il gioco sempre più convincente. «La squadra che gioca meglio» è stata definita da più parti. Un po' come nel 1978. Da cambiare ci sarebbe solo il finale, anche se ci rifacemmo con gli interessi in Spagna. Un passo alla volta. Stasera si vede rosso, solo dopo aver cantato l'Inno di Mameli, come piace agli italiani: decisi e convinti, a partire dall'oriundo Jorginho.

E per far felici i paladini del politicamente corretto gli azzurri si inginocchieranno. Ma non dite ai Sala e ai Saviano e alle Boldrini, che Lukaku fa il pugno chiuso. E ricordate agli azzurri che anche stasera vedono rosso.

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